UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

È morto don Majer, “il prete del cinema”

Martedì 2 gennaio è morto a Bergamo, all'età di 95 anni, don Emilio Majer, per 18 anni presidente dell'Acec. "Don Emilio ha usato il cinema - ha detto don Ivan Maffeis - per sfiorare l’animo delle persone attraverso l’arte”.
3 Gennaio 2018

Martedì 2 gennaio è morto a Bergamo don Emilio Majer. Aveva 95 anni. Per 18 anni era stato presidente dell'Acec.

“Come don Giuseppe Gaffuri, padre Nazareno Taddei o don Francesco Ceriotti, ci lascia un altro sacerdote, don Emilio Majer, che ha contribuito in maniera significativa alla diffusione della cultura cinematografica nella dimensione parrocchiale, nella comunità tutta”. Lo ha dichiarato al Sir don Ivan Maffeis, sottosegretario della Cei e direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali. “Una figura importante per il territorio bergamasco – ha detto don Maffeis –, ma non solo. Si è trovato alla guida del Sas per molti decenni, ma ha anche indirizzato a livello nazionale l’Acec nel ruolo di presidente, dal 1981 al 1999. La Chiesa cattolica italiana non può che ricordare con attenzione e partecipazione la scomparsa di questo pastore, che ha usato il cinema per stare accanto al suo gregge, per sfiorare l’animo delle persone attraverso l’arte cinematografica”.
Don Emilio Majer viene ricordato così dal presidente della Commissione nazionale valutazione film (Cnvf) della Cei, Massimo Giraldi: “Se il cinema è riuscito ad animare la vita del territorio lombardo, italiano, lo si deve anche a don Emilio Majer, che ha saputo comprendere la portata socioculturale, pastorale ed educational della settima arte, del grande schermo. Don Emilio si è messo in gioco per il territorio, rendendo accessibile a tutti lo sguardo di tanti importanti autori del cinema. La Cnvf ha lavorato in piena sinergia con lui nei molti anni di attività. Grazie, don Emilio”.

Nel sito dell'agenzia Sir anche il ricordo di mons. Dario Edoardo Viganò, di don Adriano Bianchi e di don Michele Falabretti.