UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Gaeta: gli auguri dell'arcivescovo e dell'Ufficio Comunicazioni Sociali

Il diacono Marcello Caliman, responsabile dell'Ufficio Stampa dell'Arcidiocesi di Gaeta, ha diffuso il seguente messaggio di auguri ai giornalisti, agli scrittori e agli operatori della comunicazione in occasione della festa del loro patrono, San Francesco di Sales...
23 Gennaio 2013
Il diacono Marcello Caliman, responsabile dell'Ufficio Stampa dell'Arcidiocesi di Gaeta, ha diffuso il seguente messaggio di auguri ai giornalisti, agli scrittori e agli operatori della comunicazione in occasione della festa del loro patrono, San Francesco di Sales...
 
Gli auguri più fervidi e cordiali dell’Arcivescovo S. E. Mons. Fabio Bernardo D’Onorio e dell’intera equipe dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali di Gaeta, diretto dal dinamico presbitero don Antonio Centola, ai giornalisti e agli scrittori, che operano e vivono nel territorio diocesano, in occasione della festività di domani 24 gennaio del patrono San Francesco di Sales; il Pontefice Alessandro VII nel 1665 lo ha proclamato santo e dottore della Chiesa e Papa Pio XI nel 1923 da parte sua lo ha nominato patrono della stampa.
 
Il Santo Padre Benedetto XVI in occasione della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali ha scritto che “quando le persone si scambiano informazioni, stanno già condividendo se stesse, la loro visione del mondo, le loro speranze, i loro ideali”.
L’Ufficio Nazionale delle Comunicazioni Sociali della CEI in più occasioni ha ricordato che il giornalismo non deve essere solo un mestiere ma una dimensione della vita; il Santo per contrastare l’eresia calvinista decise di confutarla con fogli volanti, da lui scritti fra una predica e l’altra e disseminati in tante copie, che, passando di mano in mano, dovevano finire con raggiungere anche i dissidenti.
San Francesco di Sales non dava notizie, ma comunicava soprattutto se stesso, la sua fede, i valori nei quali credeva; inoltre, accanto a questo volantinaggio è da considerare la capacità di scrivere, circa trentamila lettere, delle quali ne sono rimaste solo duemila, che coinvolgono pienamente chi scrive.
E’ bene tener presente che oggi le tecnologie dell’informazione, contribuendo a creare una rete di connessioni, spingono gli uomini a farsi testimoni dei valori sui quali fondano la propria esistenza; il modello di Francesco di Sales è quello di un giornalismo che comunica passione e ha un intento di coinvolgimento, di partecipazione e di formazione.
Il giornalismo è una forma di testimonianza capace di interrogare chi scrive e chi legge, chi trasmette e chi riceve, sulla visione delle cose e sui significati, sui valori. Servire la verità e non servirsi della verità; la passione che deve animare chi scrive non deve essere alimentata dalla febbre del numero degli accessi su internet o delle copie vendute, dall’audience o dallo share poiché questa è sudditanza, schiavitù, passività e opportunismo ideologico.
Il solo fatto d’aver espresso la propria opinione dovrebbe essere motivo di soddisfazione del giornalista; se poi si unisce anche il risultato, certamente, è auspicabile ed è meglio e non importa il mezzo, lo strumento con cui si comunica ma il modo, il coinvolgimento personale.
Non si può parlare e scrivere a tesi precostituite e da dimostrare, ma solo e unicamente per mettere al servizio del bene e del buono le proprie capacità.
Il criterio che presiede la scelta di una notizia dovrebbe essere sempre quello del servizio alla persona umana e della sua dignità; dire non ciò che piace ma ciò che è vero poiché la verità rende liberi.
San Francesco di Sales, dialogando, scrivendo e incontrando, proponeva la sua testimonianza; ecco l’esempio da seguire: accogliere per incontrare, condividere per moltiplicare, collaborare per integrare, dialogare per ascoltare, scrivere per servire.