UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

La fede in sala

Oltre 400 posti (442 per la precisione), un centinaio di volontari che si alternano tra casse, macchinari di riproduzione, programmazione, servizi di pulizia, sicurezza, diffusione volantini. E una buona presenza di pubblico. In numeri questo è il Cinema teatro Aurora, la sala della comunità di Campodarsego, in diocesi di Padova.
10 Gennaio 2017

Oltre 400 posti (442 per la precisione), un centinaio di volontari che si alternano tra casse, macchinari di riproduzione, programmazione, servizi di pulizia, sicurezza, diffusione volantini. E una buona presenza di pubblico. In numeri questo è il Cinema teatro Aurora, la sala della comunità di Campodarsego, in diocesi di Padova. «Il nostro è un lavoro di équipe» sottolinea Luciana Salviato, che da sei anni segue l’attività dell’Aurora, riconosciuto anche per la programmazione d’essai. Oltre alle proposte cinematografiche ordinarie, sono tre gli appuntamenti a tema su cui si concentrano molte energie per proporre incontri e proiezioni di spessore culturale e interesse spirituale. Il 20 gennaio parte il percorso «Film e fede», che verrà declinato (per quattro venerdì, alle 21), sul tema «La fede tra passato e presente, tra timore e tremore». «Sono quattro le proposte cinematografiche – spiega Salviato – che affronteranno il tema della fede, sia prendendo spunto da figure del passato ( Il risveglio di un gigante) che più vicine a noi ( Agnus Dei), ma anche affrontando tematiche della fede attraverso altre interpretazioni ( Captain Fantastic e Parola di Dio). Nel tempo di Quaresima previsto il percorso culturale «Non di solo pane».

È sempre difficile smuovere grandi numeri, ma a Campodarsego le rassegne cinematografiche arrivano anche alle 150 presenze: «Dipende dai film – sottolinea Luciana –. Proponiamo tematiche impegnative ma registriamo una buona presenza di persone che vengono anche da fuori parrocchia. Cerchiamo di offrire opportunità, tempi e luoghi di comunicazione, strade spirituali, e cerchiamo di farlo in modo intelligente e creativo con argomenti che coinvolgono credenti e non. La sala di comunità non è un luogo selettivo, ma aperto a tutti, e in grado di incontrare diverse sensibilità ».

da Avvenire del 10 gennaio 2017, pag. 18