UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Un master per far parlare la fede

Torino, il progetto della diocesi: corso sul linguaggio ecclesiale e racconti social per il Sinodo.
23 Gennaio 2018

Cosa tiene insieme un biennio di specializzazione, una 'palestra di giornalismo', il nuovo sito di un giornale diocesano e un pellegrinaggio alla Sindone?
Un master sul linguaggio ecclesiale. A Torino l'arcivescovo Nosiglia ha presentato agli operatori dei mass media il frutto di un' idea maturata per la festa di san Francesco di Sales 2017, domani: fare sinergia fra chi in diocesi si occupa di comunicazione, e creare un terreno comune di dialogo con i giornalisti. Con loro si lavora tutto l'anno, ma ci si parla poco, mentre c'è bisogno di parole che non siano solo quelle che vengono pubblicate.
Così si sono messi insieme i docenti del biennio di alta formazione della Facoltà teologica, l'Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali, l'Ucsi, il settimanale diocesano e la Pastorale giovanile. E si è compiuto lo sforzo di prestare attenzione al lavoro degli altri.
Primo passo: due incontri con Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio e studioso di storia della Chiesa. Al Circolo della Stampa di Torino il professore ha parlato di grandi scenari - globalizzazione, periferie, cultura dello scarto - in relazione al ministero di papa Francesco. Un secondo incontro è stato offerto ai giornalisti piemontesi come opportunità di aggiornamento professionale affrontando le tematiche collegate al mondo globalizzato, in particolare con riferimento al grande sociologo Bauman.
Entrambe le occasioni hanno segnato l'esordio delle attività del master, che ora proseguono con corsi autonomi.
A marzo partiranno le lezioni e i seminari del biennio di specializzazione della Facoltà teologica, mentre già dai primi di febbraio il settimanale diocesano La Voce e il tempo presenta il proprio sito completamente rinnovato: vi si trovano notizie fresche e una serie di servizi (immagini, video, materiali multimediali) collegati sia all' attualità che alla vita pastorale della Chiesa torinese.
E poi, i giovani. Andare a parlare di comunicazione con i 'nativi digitali' non è impresa da poco, ma l'occasione si è presentata con la Sindone. La notte del 10 agosto, infatti, un pellegrinaggio di giovani da tutte le diocesi del Piemonte raggiungerà il Duomo di Torino: è l'ultima tappa del viaggio verso Roma dove il giorno dopo incontreranno, con gli altri ragazzi provenienti da tutta Italia, papa Francesco, in preparazione al Sinodo sui giovani. Quello piemontese sarà un cammino articolato in vari momenti, fino al raduno nella Reggia di Venaria per poi raggiungere Torino. La Pastorale giovanile propone di raccontare le tappe di questo viaggio attraverso i social network, e in particolare su Instagram: qui infatti ogni immagine per entrare pienamente in circolo ha bisogno di una narrazione, della condivisione di un'esperienza diretta e personale. Perché l'immagine da sola non comunica tutto. E perché le parole non bastano a raccontare l'impatto dell'immagine. La Sindone si colloca proprio al crocevia di questi temi: è un'immagine che racconta ma è anche, da sempre, testimone silenzioso che prende vita e significato nella misura in cui ciascuno fa esperienza del dolore della Croce raccontato dall' Uomo della Sindone.
Sui social della Pastorale giovanile (torinese per ora, ma si spera di allargare l'esperienza anche ad altri) si proverà questo percorso: che non è solo didattico, e non è solo una bella avventura, ma è anche la comunicazione di un'esperienza spirituale ed ecclesiale (maggiori informazioni su www.sinodo2018.it).

(Marco Bonatti)
da Avvenire del 23 gennaio 2018, pag. 26