UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Un volto oltre le sbarre

Da circa due anni Boris scrive per Penna libera tutti, inserto realizzato dal carcere insieme ai redattori del Nuovo Amico, settimanale delle diocesi di Pesaro-Fano-Urbino. Con un permesso premio c'era anche lui sabato 9 aprile in piazza San Pietro, all'incontro della Fisc con Papa Francesco...
12 Aprile 2016

Un breve colloquio e poi quel «cinque» di papa Francesco sulla sua mano, un gesto liberatorio «che mi ha fatto sentire come se non fossi mai stato in carcere ». Il protagonista è Boris Gentile, 38 anni, ex pugile e attualmente ristretto nella casa circondariale di Pesaro. Sabato 9 aprile, in occasione dell’udienza giubilare per i 50 anni della Fisc, la Federazione italiana dei settimanali cattolici, c’era anche lui in mezzo ai cinquemila collaboratori dei periodici diocesani. Era l’unico «giornalista-detenuto » presente in piazza San Pietro. Da circa due anni Boris scrive per Penna libera tutti, inserto realizzato dal carcere insieme ai redattori del Nuovo Amico, settimanale delle diocesi di Pesaro-Fano-Urbino. Il suo permesso premio è arrivato dalla magistratura di sorveglianza di Ancona appena in tempo per salire sul pullman dei pellegrini pesaresi. Detenuti e personale della casa circondariale gli avevano affidato il compito di rappresentarli idealmente tutti. E così Boris nello zainetto al posto dei panini aveva infilato un abito pulito, una lettera scritta sul retro di una piccola icona da donare al Papa e realizzata al computer da Giovanni, suo compagno di cella, e alcune copie di
Penna libera tutti.
«Scrivere per questo giornale – racconta Boris – mi ha arricchito aiutato e fatto crescere. Prima ad esempio indossavo una maschera perché ero incapace di confrontarmi con gli altri. Oggi invece comunicare è una necessità che mi fa andare oltre agli errori commessi guardando piuttosto a ciò che potrei essere». Attraverso il lavoro di redazione è cresciuto anche il legame con la famiglia. «Grazie ai miei articoli – spiega – ho ripreso il rapporto con mio figlio e ho migliorato anche quello con mia moglie perché ora le cose non solo riesco a scriverle ma anche a dirle a parole».
E sul viaggio di ritorno Boris ha trovato il coraggio di comunicare a tutti i pellegrini le forti emozioni vissute. «Quando all’andata sono salito a bordo – ha detto al microfono sul pullman – avevo timore del vostro pregiudizio verso un carcerato. E invece mi avete fatto sentire in famiglia. Lo stesso hanno fatto con me gli amici della Fisc, a cominciare dal presiedente Francesco Zanotti ». E c’è da scommettere che sul prossimo numero di Penna libera tutti l’incontro con il Papa avrà l’onore della prima pagina. «Per il futuro invece – conclude Boris – oltre a riprendere il lavoro, vorrei scrivere come volontario per il giornale diocesano grazie al quale ho potuto varcare la Porta Santa con il proposito di proseguire un rinnovato cammino di fede».