UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

2015, web per tutti. Missione (im)possibile?

«Always on», «digital self» e «mobile web» sono alcune parole sempre più in uso tra i «webbisti» 2.0. Che stanno a significare l’importanza della connettività permanente, lo spostamento in rete della maggior parte della nostra vita e la mobilità totale.
12 Luglio 2010
«Always on», «digital self» e «mobile web» sono alcune parole sempre più in uso tra i «webbisti» 2.0. Che stanno a significare l’importanza della connettività permanente, lo spostamento in rete della maggior parte della nostra vita e la mobilità totale. La meta da raggiungere per i prossimi anni è la scomparsa di dispositivi che mediano tra noi e gli elaboratori, ossia quella «natural interaction» che potrebbe condurre all’evoluzione degli ambienti domestici in ambienti connessi. Per fare questo sarà importante una maggiore velocità di connessione e ovviamente un maggiore utilizzo della banda larga. Al riguardo diversi esperti sono convinti che entro il 2020 cambi in modo radicale il nostro concetto di «connetterci». Alla base di questa «accelerazione» nel mondo dei new media c’è la tendenza a rendere Internet accessibile al 100% per l’intera popolazione mondiale. Un obiettivo che l’Itu, l’agenzia per le telecomunicazioni dell’Onu, intervenuta al World Telecommunication Development Conference, a Hyderabad, in India, si è posta entro il 2015. «Attualmente quasi il 90% della popolazione mondiale è coperto da una rete cellulare mobile – ha detto il segretario generale Hamadoun Touré, presentando il rapporto – e anche le persone che vivono nelle zone rurali e più remote ora hanno i mezzi per accedere alla società dell’informazione globale». Per Al Basheer Al Morshid, direttore del Consiglio dello sviluppo delle telecomunicazioni dell’Itu, sono però «necessari maggiori sforzi per aumentare il numero degli utenti Internet». Ad oggi il 75% delle famiglie possiede un televisore mentre solo il 25% ha accesso a Internet e nei paesi in via di sviluppo. La penetrazione nelle case è al di sotto del 12% e ciò basta per ribadire ai governi di investire nell’accesso alla banda larga, soprattutto nel campo dei servizi sanitari, dell’e-government e della didattica. L’accessibilità condurrebbe a diminuire quella situazione di «digital divide» esistente in alcune aree della terra, soprattutto le più povere.
Dati che evidenziano la crescita nell’utilizzo della Rete da parte degli utenti. Il punto di arrivo, però, non è solo l’accessibilità alla Rete attraverso un pc. La scommessa del futuro sarà la connessione in mobilità eliminando i fili e navigando completamente in wireless. Un risultato auspicabile al quale però occorre aggiungere un nodo essenziale: l’usabilità. Per stare «sempre connessi» infatti occorre fornire agli utenti del web software facili da usare e semplici da capire.