UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

“Nei media richiesto il parere della chiesa”

Mons. Jean-Michel di Falco Leandri, vescovo di Gap e di Embrun e presidente della Commissione episcopale europea per i media (Ceem), presentando i risultati dell’indagine europea promossa dal Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee) presso le Conferenze episcopali su "Chiesa e media", ha anche anticipato che è "in corso di elaborazione" un libretto contenente alcune informazioni relative "alle strutture e ai mezzi di comunicazione sociale a disposizione delle Conferenze episcopali".
2 Ottobre 2008

Mons. Jean-Michel di Falco Leandri, vescovo di Gap e di Embrun e presidente della Commissione episcopale europea per i media (Ceem), presentando i risultati dell’indagine europea promossa dal Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee) presso le Conferenze episcopali su "Chiesa e media", ha anche anticipato che è "in corso di elaborazione" un libretto contenente alcune informazioni relative "alle strutture e ai mezzi di comunicazione sociale a disposizione delle Conferenze episcopali". Infatti, "il Segretariato Ccee intende realizzare il primo annuario dei responsabili della comunicazione della Chiesa cattolica in Europa comprensivo dei mezzi di comunicazione sociale di proprietà delle Conferenze episcopali con l’idea di presentarlo in occasione della prossima Assemblea plenaria della Ceem". Questo per quanto riguarda i mezzi di cui dispongono le Conferenze episcopali europee, ma l’informazione nazionale e laica quale tipo di notizia riguardante la Chiesa privilegia? "Generalmente – ha ricordato mons. Di Falco Leandri - viene riservato molto spazio per i momenti forti della vita dei Pontefici (morte di Giovanni Paolo II, elezione di Papa Benedetto XVI, o viaggio apostolico del Papa in un determinato paese), della vita della Chiesa locale (elezione nuovo vescovo, inaugurazione Chiesa…)". Spazio viene dato anche "ai tempi importanti della vita liturgica (Natale e Pasqua), alla domenica (in numerosi paesi vi sono trasmissioni della santa messa domenicale o la presenza di un programma a carattere religioso)". Inoltre, "i temi su cui volentieri si parla della Chiesa sono quelli legati alle attività caritative, educative, sanitarie o la presentazione di testimonianze di vita, di storie vissute di persone più o meno conosciute; o ancora di attività pastorali particolari". Non solo: "Generalmente – ha detto mons. Di Falco Leandri - si richiede il parere della Chiesa su temi sociali ed etici". Comunque, "la presenza maggiore e a volte anche di migliore qualità si riscontra nei media locali piuttosto che in quelli nazionali". A livello nazionale, a volte, "la Chiesa gestisce propri spazi televisivi o radiofonici che permettono", in questo caso, "una presenza di maggiore qualità". Interessante notare, ha sottolineato il presidente del Ceem, "come in Scozia, su alcuni temi, il parere del cardinale e della Chiesa è particolarmente sollecitato e ben accetto in quanto vi è una forma di riconoscimento del suo ruolo nella vita pubblica e nella società". In effetti, "in molti casi la Chiesa è percepita ancora come una istituzione eminente per la promozione dell’uomo e la salvaguardia di valori di fronte alla cultura materialista e liberale".