UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

“Comun-I-care”… mi sta a cuore

Sul canale YouTube del Copercom, a disposizione di tutte le 29 associazioni aderenti al Coordinamento, il video “Comun-I-care mi sta a cuore”, realizzato in accordo con questo Ufficio a cura di Fabio Zavattaro, vaticanista del Tg1.
29 Maggio 2014
“Il buon samaritano non è uno spettatore come il levita e il sacerdote che vedono l'uomo mezzo morto sul ciglio della strada e dicono: è un estraneo, meglio tenersi alla larga. No, il samaritano non solo si fa prossimo, ma si prende carico dell'uomo, perché è un fratello”. Così Fabio Zavattaro, vaticanista del Tg1, nel video predisposto dal Copercom, in accordo con l’Ufficio nazionale delle Comunicazioni sociali della Cei.
“Comunicare – precisa il giornalista – oggi più che mai, significa prendersi carico di ciò che ci circonda e comunicarlo nella convinzione che ‘dialogare non significa rinunciare alle proprie idee e tradizioni, ma alla pretesa che siano uniche e assolute’. Comunicare è un aprirsi all'altro, avere la capacità di ascoltare, e comprendere attese, dubbi; e offrire, da credenti, quella parola in più che trasforma la pietra che copre il sepolcro in una porta che si apre alla speranza”.
Il video, dal titolo “Comun-I-care mi sta a cuore”, è disponibile sul canale YouTube del Copercom ed è a disposizione di tutte le 29 associazioni aderenti al Coordinamento. Il video può essere utilizzato da tutti, non solo caricandolo sui siti associativi e mettendolo così a disposizione degli associati, ma può servire anche da introduzione ad incontri sul tema del Messaggio di quest’anno “Comunicazione al servizio di un’autentica cultura dell’incontro”. Dunque, comunicazione come relazione e prossimità, nel solco del buon samaritano la cui eloquenza dei gesti è memorabile.
“Un esempio per tutti – sottolinea il presidente del Copercom, Domenico Delle Foglie – che Papa Francesco indica a ciascun comunicatore del nostro tempo. Un tempo tanto difficile quanto affascinante, che pretende comunicatori aperti alla relazione, attenti alla prossimità, originali costruttori di una cultura dell’incontro”.