UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Ridiamo coi bambini
non dei bambini

Viene annunciata co­me la sfida più deci­siva, eroica e defini­tiva della storia dell’uomo. I toni del teaser tivù sono davvero epici: si tratta di "Puppies vs Babies", il nuovo programma del sabato sera di Animal Planet in pro­grammazione per il pubblico americano da pochi giorni.
11 Novembre 2011
Viene annunciata co­me la sfida più deci­siva, eroica e defini­tiva della storia dell’uomo. I toni del teaser tivù sono davvero epici e il commen­to musicale è quello delle grandi occasioni: si tratta di Puppies vs Babies, il nuovo programma del sabato sera di Animal Planet in pro­grammazione per il pubblico americano da pochi giorni.
Chi vincerà il trofeo della tenerezza? I cagnolini o i bambini, o piuttosto i gattini tanto carini? È una sfida a suon di video in cui procede chi fa più ridere, chi fa scappare dalla bocca un ohhh divertito e stupito. Sarà Fuffi che lecca un barattolo di gelato e ci resta incastrato dentro o Michelino che tira una legnata a suo fratello maggiore a farci sorridere di più e portarsi a casa l’accesso alla finalissima? Le giurie sono già pronte a sollevare le palette con il piedino o la zampina per decretare il vincitore assoluto. Un programma, questo, che è ... tutto un programma. Lo stile tenero, al limite del mieloso, camuffa come può una reale posizione di odio per il bambino, ridotto alla stregua di un cucciolo. Già, ogni tanto si usa anche l’espressione «cucciolo d’uomo» e lo si fa con un eccesso di leggerezza senza capirne la portata culturale, sociale e personale. I bambini non sono cuccioletti teneri e coccolosi, sono soggetti da subito pensanti che elaborano la legge del loro moto orientati da un principio di convenienza. I bambini sanno bene cosa piace o dispiace loro e lo fanno capire con precisione, anche quando non sanno parlare. I bambini non sono istinti da civilizzare, ma pensieri ambulanti; non sono otri vuoti da riempire, ma soggetti già competenti quanto al principio di piacere.
I sorrisini ironici e divertiti dell’adulto a certe maldestrie del bambino sono spesso siluri lanciati alla sua possibilità di crescere bene, lo disorientano come un’offesa ricevuta. Tra il capitombolo di un cagnolino che scivola dal tavolo e quello di un bambino che casca dal triciclo passa un mondo intero: il moto del bambino è infatti pienamente umano perché già orientato a una meta di soddisfazione, prima ancora della sua completa coordinazione neuromuscolare. Le zampe sono mosse da istinti animali, le gambe solo dai pensieri che cercano la soddisfazione.
In fin dei conti il programma di Animal Planet mette in scena un errore già presente nella società e ci fa almeno il favore di esplicitarlo con chiarezza. In fin dei conti per anni «Paperissima» ha compiuto lo stesso errore giustapponendo bambini e animali, radunati nella categoria cuccioli, per il divertimento di adulti che con una risata rinnegano di colpo la loro stessa infanzia. In tivù passa ora la piena esplicitazione di questo pensiero che li mette sullo stesso piano, addirittura presupponendo la possibilità di una sfida fra due varianti dello stesso genere.
Occhio alle differenze, invece. I cuccioli fanno tenerezza, i bambini suscitano ammirazione e stima per ciò che, seppur piccoli, riescono a elaborare e compiere. I bambini disegnano, cantano, ridono, parlano, preferiscono, dicono le parolacce, si ostinano, piangono. Soprattutto, i bambini possono essere feriti da chi non li riconosce in questa grandezza e li riduce ad animaletti senza né arte né parte. Loro invece sono e fanno arte così come sanno prendere le parti di chi tifa per loro o distaccarsi, per come possono, da chi non li apprezza. Puppies vs Babies trovi pure posto in tivù per allietare gli adulti annoiati, evitiamo al­meno che ne trovi posto la cultura nei no­stri pensieri. Aut puppies aut babies, così le cose tornano a posto. Ridiamo coi bambini, non dei bambini.