Spina dorsale
Se ci guardiamo attorno – e, forse, anche se ci guardiamo dentro… – diversi segni parlano di insofferenza e sfilacciamento del tessuto sociale. Ne troviamo conferma in quelle che Nando Pagnoncelli chiama «comunità difensive»: rispetto a un mondo percepito come caotico se non ostile, ci si chiude all’interno di cerchi ristretti, gusci protettivi e rassicuranti, che si rafforzano davanti alla percezione di un pericolo, di una minaccia, di un nemico.
Basta però alzare lo sguardo per incrociare domande e testimonianze di altro segno. A fronte di quella cinquantina di profughi che una notte di gennaio si trovavano in balìa delle onde, i cittadini di una piccola comunità crotonese hanno saputo esprimere una solidarietà corale. Così gli otto volontari italiani vittime dell’aereo precipitato domenica scorsa in Etiopia, persone silenziose e operose sul terreno di un mondo più giusto e fraterno.
Storie come queste costituiscono la spina dorsale del Paese: «Ho conosciuto in questi anni tante persone impegnate in attività di grande valore sociale – riconosceva a Capodanno il Capo dello Stato –; e molti luoghi straordinari dove il rapporto con gli altri non è avvertito come un limite, ma come quello che dà senso alla vita».
d. Ivan