A cosa serve un giornale cattolico nell'era dei social alla deriva? “A svolgere un servizio di verità: raccontare i fatti con obiettività e attraverso una lettura della politica, della cronaca, della cultura, del costume e dei problemi locali, nazionali e internazionali, alla luce di un realismo positivo e controcorrente. L’unico stile di comunicazione che può contrastare le deviazioni della rete quando addirittura fomentano spirali di odio, dalle quali ci ha messo più volte in guardia Papa Francesco. Ecco perché Avvenire ed il settimanale Toscana Oggi con il dorso diocesano dell’Osservatore Toscano, insieme a Radio Toscana, sono per noi strumenti indispensabili”. Questa è la sottolineatura dell’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori in apertura del convegno sul tema “Leggere le buone notizie col sorriso” tenutosi sabato 26 ottobre nella Sala Borsi dell’Opera Medicea Laurenziana alla vigilia della Giornata della stampa cattolica organizzata con una diffusione straordinaria dalla Diocesi fiorentina tramite l’Ufficio delle comunicazioni sociali diretto da Antonio Lovascio.
Il Cardinale ha invitato tutte le parrocchie a promuovere nella vita pastorale una maggior presenza del quotidiano e del settimanale, che a loro volta come tutti i media “devono essere sempre più in grado di offrire un’informazione rispettosa del dialogo culturale e religioso, ma allo stesso tempo saper valorizzare senza timori quella verità integrale sull'uomo che la luce della fede aiuta più facilmente a percepire e che la Chiesa, esperta in umanità, fa trasparire con le sue ampie visioni”.
Per il direttore di Avvenire Marco Tarquinio la missione primaria della stampa cattolica “è quella di dare solidità e affidabilità a un flusso informativo che è magmatico, come la colata di un vulcano in eruzione che travolge tutto, brucia, compresa la credibilità di fatti e persone, con effetti drammatici sulla qualità della nostra vita civile e della democrazia”. “A noi cristiani – ha proseguito Tarquinio – è richiesto di essere molto attenti e di capire quali canali sta aprendo la comunicazione digitale, che spesso crea un dibattito disorientante e addirittura distorcente”. Secondo il direttore di Avvenire, c’ è però una via di uscita: utilizzare i social “umanizzandoli”, perché troppo spesso si rivelano “clave sulla testa degli interlocutori”. Tarquinio, nel ricordare come molti giornali stiano pian piano scoprendo le buone notizie, ha ribadito l’importanza di “dare cittadinanza mediatica a tutte quelle persone che fanno del bene, che tessono reti di vicinanza, che illuminano le solitudini”. Per il nuovo direttore di Toscana Oggi Domenico Mugnaini “il compito della stampa cattolica non è raccontare un’altra verità ma la verità. Questa in un certo senso è la ‘buona notizia’ di cui parla Papa Francesco, che ci invita ‘a dire la verità a ogni costo’ senza ‘dipendenza dal potere’, a ‘rovesciare l’ordine delle notizie, per dare voce a chi non ce l’ha’, a saper distinguere ‘le scelte umane da quelle disumane’, a ‘lavorare per la coesione sociale’”. All'incontro ha partecipato anche Angelo Scelzo, già vicedirettore della Sala stampa vaticana, che ha ricordato il ruolo avuto dal card. Giovanni Benelli, con Paolo VI, nella nascita e sviluppo del quotidiano cattolico su tutto il territorio nazionale e poi a Firenze nell'ideazione del progetto di Toscana Oggi realizzato alla sua morte dal successore, il card. Silvano Piovanelli.