UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Abitare il digitale,
sfida per la parrocchia

Per affrontare la sfida dell’incontro fra comunità cristiana, mondo dell’informazione e pianeta culturale servono abilità e competenze. È quanto offrirà il Corso di alta formazione Anicec che comincia mercoledì 11 gennaio e che durerà un anno.
9 Gennaio 2012
Un appassionato di mass media che sia capace di contagiare gli altri. Un «estroverso» che sappia collegare la parrocchia con la scuola e l’università, l’associazionismo e il volontariato, lo spettacolo e l’arte. Un trascinatore che sa promuovere il senso critico, l’accoglienza dei media cattolici e l’attività dei centri culturali. In pratica un «operaio del Regno» con un vero e proprio mandato ecclesiale che sia in grado di tracciare nuove vie per l’evangelizzazione nell’era digitale. Ecco come la Chiesa italiana delinea l’animatore della comunicazione e della cultura, una figura presentata dal direttorio «Comunicazione e missione». Certo, per affrontare la sfida dell’incontro fra comunità cristiana, mondo dell’informazione e pianeta culturale servono abilità e competenze. È quanto offrirà il Corso di alta formazione Anicec che comincia mercoledì 11 gennaio e che durerà un anno. Promosso dalla Fondazione Comunicazione e cultura della Cei, in collaborazione con il Centro interdisciplinare della Pontificia Università Lateranense, il percorso «ha lo scopo di far crescere quanti nella comunità ecclesiale si prendono a cuore la comunicazione del Vangelo con tutti i vecchi e nuovi linguaggi», spiega il sottosegretario della Cei e direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali, monsignor Domenico Pompili. L’iniziativa è rivolta a consacrati e laici, educatori e giornalisti, ma anche a coloro che in parrocchia o in diocesi intendono collaborare per animare proposte culturali e legate ai media. Per seguire l’itinerario formativo – la cui direzione scientifica è affidata a don Dario Edoardo Viganò, preside dell’Istituto pastorale «Redemptor Hominis» della Lateranense – bastano un computer e un collegamento veloce a Internet.

Perché il corso è in stile e-learning. E lezioni, esercitazioni, laboratori e verifiche si svolgono sul web attraverso la piattaforma www.anicec.it (in cui è possibile anche iscriversi). Gli argomenti sono a vasto raggio: dalla storia dei media alla teologia della comunicazione, dalla «media education» all’etica della comunicazione. Il corso avrà anche un fine settimana residenziale con incontri assieme a professionisti per presentare esperienze e illustrare simulazioni di casi.