«Non abbiate timore di farvi cittadini dell’ambiente digitale», ci ha detto papa Francesco nel suo messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Siate sinceri: voi, in fondo, lo sapevate già. Voi che abitate il Web da tempo, visto che siete cresciuti quando già esisteva. Voi che come tutti i giovani ci mettete il quinto del tempo degli adulti (per non dire ancora meno) a imparare le «nuove tecnologie ». Voi che non avete mai paura delle novità e che usate Facebook, Twitter (un po’ meno), Instagram, WhatsApp e tanti altri «luoghi» della Rete.
È soprattutto a voi che papa Francesco lancia una grande sfida: portare il vostro entusiasmo, il vostro coraggio, la vostra allegria e soprattutto la vostra speranza nel mondo digitale. E ancora: diventare «buoni samaritani nelle strade digitali, portando olio profumato per il dolore e vino buono per l’allegria».
La Rete, lo sperimentate ogni giorno, è un ambiente dove si può trovare di tutto. Cose sublimi e orrende, pensieri alti che fanno volare cuore e anima, e meschinità di infimo livello; gesti e parole d’amore come violenza e cattiverie. Perché l’ambiente, qualunque ambiente, è fatto innanzitutto dalle persone. Sta a loro, a ognuno di noi e di voi, decidere con quale stile abitarlo.
Un punto però non va sottovalutato: il Web non è solo una sorta di elettrodomestico evoluto, uno strumento tecnologico al nostro servizio, ma un potente acceleratore. Un amplificatore del bene e del male. Averne paura serve a poco. Ma anche sottovalutarlo rischia di trasformarsi in un grande errore. Per usarlo al meglio, per abitarlo con lo stile dei cristiani dobbiamo usare l’intelligenza.
Per questo papa Francesco ci ha ricordato che «non basta passare lungo le 'strade' digitali, cioè semplicemente essere connessi: occorre che la connessione sia accompagnata dall’incontro vero». Perché «anche il mondo dei media non può essere alieno dalla cura per l’umanità, ed è chiamato a esprimere tenerezza. La rete digitale può essere un luogo ricco di umanità, non una rete di fili ma di persone umane». Usare bene i social network, WhatsApp e tutte le novità che nascono sulla Rete significa comunicare l’allegria, la speranza e la Buona Novella. Senza paura di apparire 'deboli' o 'fuori moda'. Ma con la consapevolezza «che la testimonianza cristiana, grazie alla rete, può raggiungere le periferie esistenziali». Cioè, il nostro prossimo.
di Gigio Rancilio