UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Abruzzo-Molise. Ascolto e speranza per comunicare la Chiesa.

Il nuovo responsabile regionale delle comunicazioni sociali, don Claudio Tracanna: "diamo voce a territorio di crisi e di risorse".
27 Giugno 2017

La Chiesa che vive in Abruzzo- Molise per il fatto stesso che è innestata in un determinato territorio già di per sé comunica con l'ambiente in cui vive. Vivere, infatti, è comunicare e questo è un dato di fatto indiscutibile.
Qual è l'ambiente in cui vive la Chiesa abruzzese-molisana?
Un territorio complesso, che va dalla costa adriatica all'entroterra appenninico, pieno di risorse ma attraversato dalle tante crisi che vive il nostro Paese e tutta la società.
A questo territorio è necessario comunicare - come ha ricordato di recente monsignor Bruno Forte nel Convegno delle diocesi della regione ecclesiastica - una Chiesa che vuole essere «presenza e sostegno nella vita quotidiana della gente, una Chiesa che sia casa e scuola di comunione. Una Chiesa pronta e generosa nel concedere spazio e protagonismo alla realtà delle famiglie accogliendo quanti hanno fatto esperienza del fallimento dell' amore o vivono in situazioni di famiglie ferite».
In Abruzzo-Molise occorre comunicare una Chiesa attenta al complesso mondo giovanile, capace di ascoltarlo, provocarlo.
Una Chiesa preoccupata di offrire una testimonianza capace di coinvolgere in ciò che vive i giovani abruzzesi e molisani.
E, ancora, una Chiesa con gli occhi spalancati sui tanti tipi di povertà presenti nel territorio regionale, sempre pronta a condividere quello che è e quello che ha, avendo a cuore il pieno rispetto della dignità del povero e convinta che - come ha sottolineato ancora Forte - «non c'è nessuno così povero che non abbia qualcosa da offrire all' altro, nell' atto stesso del ricevere».
Il territorio abruzzese-molisano comprende le diocesi di Teramo- Atri e L'Aquila segnate anche dagli ultimi terremoti, dove le scosse telluriche hanno attivato numerose faglie interiori nelle persone. Persone che vedono il presente compromesso, il futuro oscuro e incerto e la linea dei ricordi molto spesso spezzata dall'evento sismico. Un ambiente che soffre ma che chiede anche la collaborazione fattiva di chi, armato di buona volontà e da sentimenti di solidarietà fraterna, possa dare una mano perché il desiderio di riscatto e di rinascita possa canalizzarsi in processi concreti di ricostruzione non solo materiale ma anche umana e sociale.
Comunicare la Chiesa a questa porzione di Abruzzo vuol dire raccontare la presenza di Dio che è presenza di amore anche nelle situazioni di sofferenza e di dolore. Vuol dire, ancora, aiutare a far sì che la sofferenza e il dolore che si abbattono su ciascuno e sulle comunità possano trasformarsi in «sofferenza attiva» capace cioè di vincere i limiti dell'attuale condizione e promuovere una nuova nascita, una nuova 'creazione'.
(Claudio Tracanna - direttore di «Vola», L' Aquila dal 1° luglio responsabile dell' Ufficio regionale delle Comunicazioni Sociali)

da Avvenire del 27 giugno 2017, pag. 17