Si va dal film sull’aldilà di Clint Eastwood Hereafter a Una sconfinata giovinezza di Pupi Avati, passando per titoli spiazzanti come La pecora nera di Ascanio Celestini. Questi solo alcuni dei 55 film di qualità che faranno parte della rassegna nazionale Il tempo delle scelte - La sfida educativa. Dal primo aprile al 15 giugno coinvolgerà 51 sale della comunità in tutta Italia (nell'allegato trovate l'elenco), molte delle quali digitalizzate, con un cartellone di film importanti, spettacoli teatrali, concerti e tavole rotonde intorno al tema della formazione educativa come percorso culturale per la crescita interiore dell’individuo.
Per il settimo anno, Acec (Associazione Cattolica esercenti Cinema), in collaborazione con il Progetto culturale della Cei e il Ministero per i beni e le Attività culturali, si impegna ad offrire spunti di riflessione attraverso l’intrattenimento culturale.
«L’educazione è una delle grandi emergenze del nostro Paese – spiega il segretario generale dell’Acec Francesco Giraldo – . Non è solo un problema di istruzione o di avviamento al lavoro, è in crisi la capacità di una generazione di adulti di educare i propri figli».
Dunque, perché non unire diverse generazioni davanti al grande schermo attraverso film di grande richiamo? Nel cartellone proposto dall’Acec, infatti, troviamo il plurivincitore di Oscar Il discorso del re di Tom Hooper, il fantasioso Alice in Wonderland di Tim Burton, American life di Sam Mendes, Billy Elliot di Stephen Daldry, e gli italiani Caterina va in città di Paolo Virzì e Mio fratello è figlio unico di Daniele Luchetti.
«Sono circa mille le sale della comunità sparse in tutta Italia – spiega Giraldo –, più del 54% si trova in comuni con meno di diecimila abitanti e sono quindi fortemente legate al territorio e alle famiglie, se contiamo che il loro target va dai 35 ai 45 anni».
Insomma, dei veri e propri centri di aggregazione dove c’è ancora spazio per il cinema come proposta culturale.
«In alcune città sono rimaste come uniche sale d’essai – aggiunge il segretario dell’Acec –. Anzi, molte case distributrici le contattano per proporre i film di qualità schiacciati dai blockbuster».
Dunque, le sale selezionate attraverso un bando di concorso, faranno parte di questa rassegna dedicata al «tempo delle scelte» e potranno attingere dai titoli cinematografici indicati dagli organizzatori sul tema. Ad ogni sala spetterà poi il compito di organizzare dibattiti con personaggi della cultura e dello spettacolo, di coinvolgere le scuole e i cittadini, certi di fare parte di un’iniziativa a livello nazionale. Ma come sono stati scelti dall’Acec i film da proporre?
«La scelta è stata fatta su film che mettessero in discussione la società – aggiunge Giraldo –. Alcuni titoli sono spiazzanti? È lo sguardo cattolico che deve essere spiazzante, se no si corre il rischio dell’autoreferenzialità. La difficoltà non è dare risposte, ma porre delle domande che facciano sorgere dei dubbi. Il pubblico, sia credente che non credente, apprezza perché in questa iniziativa trova un luogo dove riesce a parlare di fede attraverso un linguaggio attuale».
Quindi il cinema di oggi, fra un kolossal e un cinepanettone, sa ancora parlare alle coscienze?
«Certamente, anzi, il cinema italiano, coi suoi alti e bassi, ha una capacità innata di raccontare il sociale. A volte con esiti straordinari. Per esempio, fra quelli da noi scelti, L’uomo che verrà di Giorgio Diritti e Il figlio più piccolo di Pupi Avati».
Quali sono i film da non perdere in questa rassegna?
«Il discorso del re che è una chiara educazione alla responsabilità e La donna che canta - Incendies di Denis Villeneuve, storia di una madre che ha costruito la sua vita difficile sul perdono e l’onore. Due grandi esempi di cinema con l’anima».