UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Aiart, consapevoli
davanti ai media

Saper decifrare gli stimoli che arrivano dai mezzi di comunicazione: da giovedì 6 ottobre a Torino il corso nazionale di formazione dell'Aiart. In programma il saluto dell’arcivescovo Nosiglia e del sindaco Fassino, poi la riflessione di monsignor Pompili.
5 Ottobre 2011
Riflettere sull’influenza dei media nel mondo digitale, per saper decodificare gli stimoli che ogni giorno arrivano da pc, iPhone e mezzi più tradizionali come tv, radio e giornali. È questo lo scopo del corso nazionale di formazione che si tiene a Torino, a Valdocco, da giovedì a sabato, organizzato dall’Aiart, l’Associazione italiana ascoltatori radio e televisione, sul tema «Quinto potere? Cultura digitale e nuovi scenari reali». Il corso, gratuito, è stato pensato d’intesa con l’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali della Cei e l’omonimo ufficio della diocesi di Torino. Verrà seguito da un’ottantina di partecipanti, tra cui docenti, responsabili delle sezioni locali dell’Aiart, incaricati degli uffici diocesani per le comunicazioni sociali, studenti di mass media.
«Vogliamo aggiornarci – spiega il presidente dell’Aiart, Luca Borgomeo – perché l’impegno formativo è sempre più importante, tanto più aumenta l’incidenza dei media nella vita di ogni giorno». Per Borgomeo la crescita dei media, spinta dalle continue novità tecnologiche, «rende indispensabile una formazione sempre maggiore». Al compito educativo l’Aiart – fondata nel 1954 in seno all’Azione cattolica per un’intuizione di Pio XII e che oggi conta circa 4.700 iscritti – cerca di provvedere con i corsi, la rivista semestrale La parabola, il mensile Il telespettatore, il sito Internet, visitato da oltre 100mila utenti l’anno. La scelta di Torino come sede del corso è legata al 150° dell’Unità d’Italia. Per questo, dopo i saluti tra gli altri dell’arcivescovo Nosiglia e del sindaco Fassino, il corso vero e proprio sarà preceduto da una tavola rotonda, giovedì, sul contributo dei media all’unificazione nazionale, a cui partecipano monsignor Domenico Pompili, direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali, Mario Calabresi, direttore de La Stampa, Francesco Ognibene, caporedattore di Avvenire, Andrea Melodia, presidente dell’Unione cattolica stampa italiana, Roberto Natali, presidente della Federazione nazionale della stampa italiana.
«Vogliamo sviluppare un piano di media education – conclude Borgomeo – che non si limiti a studiare le possibilità offerte dagli strumenti tecnologici, ma analizzi il flusso di immagini e messaggi con uno sguardo consapevole».

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