Non più il diavolo, ma il miracolo, probabilmente. Parafrasando Bresson, il
Tertio Millennio Film Fest – in programma alla Sala Trevi di Roma dal 6 all’11 dicembre, con anteprime, eventi speciali, incontri e una rassegna – va a cercare nel suo 15° anno di vita tutto quello che il cinema è capace di dire sulla fine del mondo, la morte e il disagio sociale, un pessimismo dilatato e generazionale, rischiarato però dalla luce del sovrannaturale e della grazia. In apertura, l’1 e il 2 dicembre alla Pontificia Università Lateranense,
un convegno internazionale sul tema Film and Faith, curato da Mons. Paul Tighe, Segretario del Consiglio delle Comunicazioni Sociali, per mettere insieme la realtà della fede e quella del cinema. «E vedere – spiega – proprio come il cinema sia capace di aprire per noi un mondo trascendente, specialmente pensando ai tanti giovani che sono cresciuti con
Harry Potter e il
Signore degli Anelli, con il fantasy e la fantascienza. Nel convegno vogliamo capire se c’è la possibilità di dialogare con questo mondo, sollecitando quelle domande che toccano il senso della religione e della fede, il senso profondo della vita».
Poi, spazio ai film, tutti legati al tema Amore, morte, miracoli. Per una fenomenologia della società contemporanea. Sguardo impegnativo, come spiega Mons. Dario E. Viganò, Presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo, coadiuvato nella direzione artistica del festival da Marina Sanna: «Ci siamo resi conto – precisa – come in questi anni molte delle narrazioni cinematografiche indagano l’ineffabile, cercano di scoprire come nella vita ci sia la possibilità di scorgere la presenza dello spirito, della provvidenza, ossia la presenza di Dio nella storia. L’idea del Festival è quella di cercare nelle grandi narrazioni cinematografiche della contemporaneità le modalità con le quali lo straordinario interviene nel quotidiano».
Il cinema racconta molto bene anche l’invisibile, quindi miracoli declinati diversamente. «Ci sono storie molto belle in cui semplicemente l’incontro con una persona inattesa avvia un processo di cambiamento. In fondo, quando noi cristiani parliamo di conversione, lo facciamo considerandola come qualche cosa che è al di là del pensiero, cioè un vedere oltre. Quando un film ci riesce, siamo di fronte a un miracolo invisibile della vita». Accade in molti film del festival. «Presentiamo film che sono un punto di riferimento, come Ordet di Dreyer e la versione restaurata dei Giorni contati di Elio Petri. Abbiamo in programma alcune anteprime che raccontano delle vicende anche molto terrigne e fangose, nelle quali si scorge la possibilità di un piccolo gesto di carità, come succede ai due personaggi di Sette opere di misericordia di Gianluca e Massimiliano De Serio, che Cinecittà Luce distribuirà a gennaio. Oppure penso ad altri film che raccontano la storia di giovani che scoprono la possibilità di una vita diversa: sono i teppisti di Attack the block alle prese con alieni mostruosi o il ragazzo di Hors Satan di Bruno Dumont. Ma in fondo anche il premio Rivelazione dell’anno che abbiamo dato a Filippo Scicchitano, il diciottenne protagonista di Scialla!, è su questa linea: nel film assistiamo a un miracolo, quello di un giovane che a un certo punto si rende conto di come il sapere e la cultura permettano di comprendere più profondamente le cose, più della violenza e del bullismo ».