UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Avellino: dalla festa popolare all'etica dello sviluppo

Si è svolto, nella serata di martedì 11 agosto nella Cripta della Cattedrale di Avellino, l’incontro-dibattito sul tema “ Dalla festa popolare all’etica dello sviluppo”. Al centro della discussione, l’ultima Enciclica di Benedetto XVI, “Caritas in Veritate”.
28 Agosto 2009

Si è svolto, nella serata di martedì 11 agosto nella Cripta della Cattedrale di Avellino, l’incontro-dibattito sul tema “ Dalla festa popolare all’etica dello sviluppo”.
Al centro della discussione, l’ultima Enciclica di Benedetto XVI, “Caritas in Veritate”.
Ad approfondire e a tentare di interpretare il messaggio del Papa , in chiave a un tempo religiosa e laica, il prof. Francesco Barra, docente di Storia Moderna all’Università di Salerno, Padre Giovanni Musi, Segretario del Pontificio Istituto Missioni Estere, il Prof. Fabio Mazziotti, ordinario del diritto del lavoro all’Università di Napoli, Mons. Alberto D’Urso, Vicepresidente Nazionale della Consulta Antiusura. A introdurre e moderare il dibattito il Prof. Gustavo Rosenfeld, giornalista e docente di Scienze della Comunicazione all’Università di Siena.
In apertura i saluti di Salvatore Biazzo e Giuseppe Del Mastro, assessori alla Cultura del Comune e della Provincia, che hanno sottolineato l’importanza dell’iniziativa come momento di riflessione all’interno della festa popolare in onore della Madonna dell’Assunta.
Introducendo il dibattito, Rosenfeld ha rilevato come l’Enciclica, scritta in una fase di grave recessione economica, costituisca un elemento di approfondimento, se si vuole anche critico, sulle grandi emergenze che attendono risposte dagli uomini di buona volontà.
Per Francesco Barra, il documento pontificio non può essere ridotto a una semplice analisi dell’attuale situazione economica o a un elenco di buone intenzioni. Esso, al contrario, costituisce un  grande messaggio di evangelizzazione rivolto ai cristiani tutti chiamati a rispondere in spirito di una rinnovata etica sociale e di una più forte solidarietà.
Padre Giovanni Musi, per trent’anni missionario in Africa, ha osservato come il divario fra il Nord e il Sud del mondo possa essere superato soltanto comprendendo le reali esigenze, anche strutturali, delle popolazioni più deboli e non attraverso interventi dall’alto. Padre Musi ha, quindi, rilevato quanto sia corretta l’affermazione contenuta nell’Enciclica secondo la quale non può esserci reale benessere nel mondo, finchè permangono realtà di bisogno e di fame.
“C’è una intromissione negli affari dello Stato?”. Questo l’interrogativo posto da Fabio Mazziotti a proposito dei contenuti economici e sociali dell’Enciclica. Un’analisi di taglio critico, la sua, che ha riproposto anche i temi dei diritti umani e civili. Per Mazziotti, molte affermazioni del documento sono condivisibili, ma, a suo avviso, manca una vera e ferma condanna delle ingiustizie, delle disparità, dello sfruttamento che pure si consumano in varie parti del globo.
Infine, Mons. Alberto D’Urso ha denunciato la recrudescenza del fenomeno dell’usura che trova nuovi radicamenti nel bisogno di denaro della gente. Dura la condanna al gioco d’azzardo e alle stesse lotterie di Stato che inducono ad aspettative illusorie e allo spreco di risorse spesso sottratte agli stessi bisogni delle famiglie. Mons. D’Urso ha ricordato l’Impegno della Chiesa nel combattere il fenomeno e a sollevare dalla disperazione i tanti caduti nella perfida rete degli usurai . “Per loro – ha stigmatizzato – spesso l’unica via d’uscita è il suicidio.”
(sac. Gerardo Capaldo)