UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Bibbia, Emergenza educativa e cultura della comunicazione

Nell’ambito della Settimana biblica interdisciplinare che si conclude oggi a Capo Rizzuto promossa dal Settore apostolato biblico dell’Ufficio catechistico nazionale sul tema “Pedagogie della Parola. L’emergenza educativa tra universo biblico e culturale della comunicazione”, mons. Domenico Pompili, direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei, è intervenuto su “Comunicazione e spazi educativi nel panorama ecclesiale italiano”. In allegato il testo dell’intervento.
10 Luglio 2009

“La comunicazione della Bibbia è senza dubbio un capitolo della ben più ampia sfida comunicativa che coinvolge la comunità credente italiana. All’atto di accoglierla, ogni comunità cristiana si pone automaticamente alcune domande, cui sarebbe opportuno offrire un cenno di risposta:

Cosa comporta l’emergenza educativa per la prassi della comunicazione ecclesiale?
Siamo convinti che una comunicazione educata è già educativa. Ci si educa spesso alla critica ponderata dei codici comunicativi (media education) o, più in genere, a comunicare meglio, ma si trascura l’impatto educativo della comunicazione in se stessa. Comunicare è già educare, in bene come in male. Ma dobbiamo comunque sempre chiederci: come possiamo concretamente educare comunicando? Quali i registri da modulare? Quali i fattori cui prestare attenzione?”
Queste le domande con cui mons. Pompili ha esordito intervenendo alla Settimana biblica di Capo Rizzuto. “Il Direttorio sulle Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale Italiana è il tentativo della Chiesa italiana di configurare correttamente una prassi comunicativa che sia anzitutto integrata nell’ecclesiologia e – in dipendenza da ciò – sappia articolare le esigenze formative ed educative che la Chiesa stessa, comunità di credenti resa viva dallo Spirito, abbraccia come compito e dovere primario – ha sottolineato il portavoce della Cei -. Il Documento reca anzitutto il significativo titolo “Comunicazione e Missione” nell’evidente intento di integrare l’impegno nel campo delle comunicazioni in un’ottica globalmente ecclesiale.
È l’ecclesiologia della missione che alimenta il desiderio – e quindi anche il compito, l’onere e l’onore – della comunicazione. Comunicare nella Chiesa significa inserire la preoccupazione di un annuncio autentico nel progetto generale dell’essere e del fare Chiesa; significa, in altri termini, interpretare il compito comunicativo come coordinata essenziale di un’ecclesiologia fondamentale in cui ogni altro attore fa o è la comunità dei credenti senza mai poter prescindere dalla dimensione comunicativa. Ciò che rende vera questa dimensione, ciò che esprime più propriamente la sua identità ecclesiale, è precisamente l’indole missionaria: comunicare nella Chiesa è anche un “comunicare-per”, un comunicare in missione”