UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Bibione dà voce all'umanesimo

Una festa decennale che è andata crescendo: per volontà di chi l’ha ideata e ha continuato a volerla. Contagiosa per la novità, tenuta d’occhio a scopo esportazione. È la proposta di «Bibione guarda all’Avvenire», firmata don Andrea Vena. Il regista è lui, il parroco, che ha già il palinsesto 2016 pronto.
14 Luglio 2015

Una festa decennale che è andata crescendo: per volontà di chi l’ha ideata e ha continuato a volerla. Contagiosa per la novità, tenuta d’occhio a scopo esportazione. È la proposta di «Bibione guarda all’Avvenire», firmata don Andrea Vena. Il regista è lui, il parroco, che ha già il palinsesto 2016 pronto.
 Da quale 'cilindro' è uscita questa idea?
Ho sempre creduto in una proposta culturale e spirituale più ampia. Ho cominciato dal proporre il settimanale diocesano Il Popolo, e poi Avvenire. Dieci anni fa siamo partiti con la festa di Avvenire, anno zero. Pian piano è cresciuta, passando da una settimana a un’intera stagione di proposte. Ormai i turisti vanno di fretta, cambiano ogni sei giorni. Per questo l’offerta deve essere abbondante e spalmata su tutta la settimana: teatro, incontri, conferenze, concerti d’organo, lectio divina, una notte bianca di preghiera ogni giovedì. I numeri dicono che la strada è giusta: lunedì scorso 600 spettatori per Oliver Twist, oltre mille per Simona Atzori. La raccolta di fondi per sostenere le famiglie cristiane del Medio Oriente, nella sola serata di presenza del vescovo ausiliare di Baghdad, Warduni, venerdì scorso, ha consentito di donare 4.400 euro.
Cultura e spiritualità: il binomio funziona, anche in vacanza?
Circa 250 persone partecipano alla lectio, i sacerdoti si turnano ogni giovedì per vegliare tutta la notte e non sono mai soli, anche le confessioni richiedono quattro sacerdoti fino alle 23.30. Le Messe vengono celebrate in italiano, tedesco, polacco slo- vacco. Col gruppo missionario sosteniamo un seminarista straniero, e d’estate, accogliendo tutti questi giovani, sacerdoti e no, la cena in parrocchia diventa un momento molto bello anche per me. Ho il mondo a tavola: l’extracomunitario son io.
Incontri ma anche libri: una formazione continua.
La precedente biblioteca è stata sostituita da un vero bookshop, tutto in conto vendita. Abbiamo venduto 300 copie dell’enciclica del Papa, 250 libri di Sako patriarca di Baghdad. Avevo parlato della situazione in Iraq due domeniche fa, a fine celebrazione sono andate via cento copie del libro del patriarca Sako. Il segreto è crederci. Se ci credi lo fai, non tieni qualcosa per te, lo condividi, lo mostri, segnali una cosa bella, indichi chi ha bisogno di aiuto. La gente risponde.
Tutta la località turistica ne esce arricchita...
Alcuni operatori mi hanno detto che Bibione viene scelta anche per questo. Un’offerta a tutto tondo che altrove manca.
Qual è la sua priorità?
Per me quello che conta in tutto questo è che la parrocchia è al centro. Tutti gli spazi e gli eventi sono attorno alla parrocchia: teatro, incontri, conferenze, bookshop... Ogni appuntamento della settimana converge e mira alla celebrazione della domenica.
Tante attività richiedono aiuto. Come fa a suscitare la collaborazione necessaria?
I volontari sono una cinquantina: puntuali, presenti, responsabili e lieti di vivere in prima persona questa festa lunga un’estate. Si va dai capelli bianchi ai ragazzi, cui ho dato la gestione del bookshop. E da quest’anno il gruppo teatrale parrocchiale Sichàr coordina le serate di teatro.
La presenza stasera del cardinale Betori rimanda al Convegno nazionale ecclesiale di Firenze. Come parla questa scelta all’estate di Bibione?
Il tema della nostra estate 2015 è «Frammenti di bellezza. Per un nuovo umanesimo » e la serata con il cardinale Betori è «Per una vera bella umanità». Noi siamo una parrocchia che opera in una diocesi e ne divulga con convinzione la voce settimanale Il Popolo. Ma siamo dentro la Chiesa italiana e universale, da qui il legame con la Cei e con Avvenire, e anche il desiderio di ospitare testimoni di rilievo. Perché siamo una Chiesa sola impegnata nello stesso cammino.