UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Bisogna tornare ad ascoltare

Da alcuni anni per la diocesi di Acireale la festa di san Francesco di Sales è l’occasione per offrire ai giornalisti e agli operatori della comunicazione un momento di riflessione e formazione attraverso l’organizzazione di incontri, accreditati dall’Ordine dei giornalisti e tenuti da importanti operatori del mondo dei media. Ospite di quest’anno è stato il direttore di Avvenire Marco Tarquinio.
26 Gennaio 2016

Da alcuni anni per la diocesi di Acireale la festa di san Francesco di Sales è l’occasione per offrire ai giornalisti e agli operatori della comunicazione un momento di riflessione e formazione attraverso l’organizzazione di incontri, accreditati dall’Ordine dei giornalisti e tenuti da importanti operatori del mondo dei media.
Ospite di quest’anno è stato il direttore di Avvenire Marco Tarquinio che, venerdì 22 gennaio, nel salone della parrocchia San Paolo di Acireale ha sviluppato una riflessione pubblica sul tema «Per un futuro di pace. Il contributo della comunicazione».
Il direttore dell’Ufficio diocesano comunicazioni sociali di Acireale don Marco Catalano ha contestualizzato il tema citando tre fatti in cui il ruolo dell’informazione è stato centrale: nel 1992 i media che ripresero, come fosse un film, lo sbarco dei Marines a Mogadiscio; il bombardamento delle emittenti tv avvenuto nel 1999 a Belgrado e nel 2001 a Kabul, perché erano considerate obiettivi militari; la propaganda del Daesh attraverso i social network.
«Nel suo messaggio per la prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali – ha detto il vescovo di Acireale, Antonino Raspanti – il Papa parla di una comunicazione che nei modi e nella scelta delle parole può suscitare guerra o pace».
Dal globale al locale il meccanismo è lo stesso e anche in un ambito di provincia si può essere, o meno, costruttori di pace.Guardando all’informazione locale monsignor Raspanti ha individuato alcune storture da correggere: «Occorre sconfiggere l’aggressività: c’è chi comunica tendendo ad attaccare la persona. Sottolineare un fatto negativo senza attaccare la persona a tutti i costi esprime uno stile del tutto diverso. Sono necessarie le voci critiche, sapendo scegliere le parole giuste e avendo un animo pacificato: se l’acredine ce l’hai dentro metterai nella comunicazione la tua personale avversione, i tuoi interessi di parte, e userai l’apparente informazione per i tuoi scopi. Una comunicazione sana non è bonacciona, ma costruisce la pace».Tarquinio ha posto l’attenzione su alcuni verbi fondamentali del messaggio, a partire dall’ascoltare: «Viviamo in un tempo – ha detto – in cui non ci si ascolta più. Anche per questo è difficile affrontare questioni difficili: dalla vita personale alla vita comunitaria, alla grande politica. Occorre sapere ascoltare il mondo, saperlo guardare, e quindi vederlo, perché guardare non basta. E poi sapere agire. Per un cristiano sono fondamentali la preghiera e l’agire». E proprio la preghiera e la Messa per i giornalisti domenica, ad Acireale, hanno concluso la festa di san Francesco di Sales.