Parlare «dentro le grandi arterie della comunicazione» come il mondo dei bloggers e di tutti coloro che si incontrano in Rete. È stato questo l’obiettivo dell’incontro del 2 maggio, il primo del genere in Vaticano, tra 150 bloggers, noti e meno noti, italiani e non, e i responsabili del Pontificio Consiglio per la cultura e del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali.
Preannunciato tre settimane fa, l’interesse suscitato è stato così ampio che in pochi giorni gli organizzatori hanno ricevuto oltre 700 richieste, a fronte dei 150 posti a disposizione. Così, come ha spiegato ieri il cardinale Gianfranco Ravasi in apertura dei lavori, è stato necessario «procedere a una scelta». «Siamo ben consapevoli dei rischi – ha notato Ravasi – e sappiamo che il vostro mondo per alcuni è considerato pericoloso» in quanto si trovano aspetti positivi ma anche allo stesso tempo «le degenerazioni del pensiero e della cultura». Proprio per questo il dialogo è indispensabile per una Chiesa che voglia porsi al servizio dell’uomo e rispondere «alle domande di senso della vita». Nel dialogo che si è intrecciato nelle 4 ore di incontro, da parte dei bloggers sono arrivati stimoli di diverso tipo. Quelli più legati alla realtà ecclesiale hanno sottolineato l’importanza di un atteggiamento di apertura istituzionale da parte dei dicasteri vaticani.
In particolare il gesuita Antonio Spadaro ha caldeggiato una maggiore «familiarità» tra Vaticano-istituzione e «blogosfera» perché «la Chiesa è dove ci sono gli uomini» e ciò oggi in Rete. Quelli più legati a una visione laica hanno ribadito l’interesse verso l’iniziativa vaticana, riportando la curiosità degli iscritti ai rispettivi blog verso la religione, anche quando criticano gli aspetti istituzionali di cui si riveste la fede. Unanime comunque la richiesta che l’iniziativa di ieri non resti isolata. Il cardinale Ravasi ha anche notato come un dialogo con le realtà della Rete sia in piena sintonia con l’ultima plenaria del Pontificio Consiglio della cultura, che ha deciso di mettere a tema il linguaggio. Per questo – ha aggiunto – siamo consapevoli che dobbiamo rinnovare le nostre modalità espressive, per farci capire da tutti. Allo stesso tempo, come ha ribadito l’arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali, c’è consapevolezza «che si tratta di un processo lungo», non semplice, fatto di tante diverse tappe. Molto interesse e tante domande anche per padre Federico Lombardi, che ha sintetizzato le iniziative della Radio Vaticana su YouTube e su Facebook, in collaborazione tra la Radio e il Centro televisivo vaticano.
Da oltre due anni su YouTube sono disponibili videoclip sull’attività quotidiana del Papa, che usano la brevità tipica del linguaggio della Rete. Per la beatificazione di Giovanni Paolo II è stata avviata un’iniziativa su Facebook, con una pagina che ha raggiunto molte decine di migliaia di iscrizioni. A conclusione dei lavori Celli ha ribadito l’importanza di aprire una strada dove sia possibile «darsi del tu», come Gesù ci ha insegnato a fare nel nostro rapporto con Dio.