UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Bologna: preti a confronto sulla “generazione digitale”

La generazione digitale è al centro di uno dei gruppi di studio della Tre giorni del clero di Bologna dedicata alla scelta educativa. La diocesi petroniana ha una presenza capillare nei media.
15 Settembre 2010
La generazione digitale è al centro di uno dei gruppi di studio della Tre giorni del clero di Bologna dedicata alla scelta educativa. La diocesi petroniana ha una presenza capillare nei media. Un settimanale, Bologna Sette, inserto domenicale di Avvenire ormai diventato un punto di riferimento non solo per la comunità cristiana ma anche per le istituzioni e la politica. Un rotocalco televisivo, 12  porte trasmesso ogni settimana dall’emittente è-tv. Una presenza quotidiana su Radio Nettuno; il gettonatissimo sito web. E una Giornata del quotidiano riscoperta. In questo contesto si preannuncia utile l’approfondimento che vedrà coinvolti i presbiteri. Con l’obiettivo di far crescere la consapevolezza sulla priorità della comunicazione in ambito pastorale. Per facilitare il lavoro saranno poste alcune domande. I sacerdoti che parteciperanno al gruppo di studio dovranno in primo luogo scattare una fotografia dell’esistente: raccontando, per esempio, se il Direttorio della Cei sulle comunicazioni sociali fa parte o meno dei sussidi abitualmente utilizzati; e ancora se negli itinerari formativi ci si preoccupa di sviluppare nei genitori e nei ragazzi il senso critico nei confronti di tali mezzi visto l’impatto antropologico che i media nel bene e nel male hanno sulla dinamica sociale.
Ci sarà inoltre lo spazio per i suggerimenti e le proposte a partire dagli Orientamenti pastorali della Cei per il prossimo decennio che considerano indispensabili i mezzi della comunicazione promossi dalla comunità cristiana (Avvenire, radio, tv, siti web, sale della comunità). Nella consapevolezza che le modalità di realizzazione di questi mezzi può sempre essere migliorata i sacerdoti bolognesi dovranno indicare quali vie percorrere per assicurare la loro sopravvivenza, a servizio dell’impegno educativo.