UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Camminare, osservare, raccontare

L’iniziativa “Volti & voci”, le video-interviste del Copercom ai professionisti dell'informazione per la 48ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, sta suscitando interesse nelle rete. Alla raccolta si aggiunge il contributo di Irene Argentiero, direttore de “Il Segno”.
7 Marzo 2014

Le video-interviste del Copercom per la 48esima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali stanno suscitando interesse nelle rete. L’iniziativa “Volti & voci” racconta la “prossimità”, di come la vivono e la percepiscono i professionisti dell'informazione. Oggi interviene, nel Mediacenter del sito e su YouTube, Irene Argentiero, direttore de “Il Segno”.
“Camminare, osservare, raccontare. Si può riassumere con questi tre verbi lo stile che Papa Francesco indica a noi operatori della comunicazione nel suo messaggio”.
“Camminare”, osserva Argentiero, significa che “il lavoro del giornalista inizia per strada, in mezzo alla gente. La redazione, il computer, i social network sono solo l’ultima tappa di un percorso”. Papa Francesco, infatti, “ci invita a uscire nelle strade, rischiando magari anche qualche ammaccatura, e ci mette in guardia dal rintanarci nelle nostre belle redazioni (certamente più ordinate di questa che vedete), in mezzo alla polvere dell’autoreferenzialità”.
“Osservare” è l’altro verbo da tenere sempre a mente, prosegue il direttore. “Per le strade delle nostre città e dei nostri paesi la prima cosa da fare è quella di prendersi il tempo di osservare la realtà che ci circonda. Papa Francesco ci invita a fare silenzio per ascoltare la gente e le loro storie. Perché il soggetto non siamo noi comunicatori, ma le persone che incontriamo. Noi giornalisti siamo semplicemente un tramite che rende possibile la comunicazione”.
Ma “solo dopo che siamo usciti dalle nostre redazioni, ci siamo ‘sporcati le mani’ con le fatiche della gente e ci siamo anche lasciati ‘ammaccare’ dalle loro storie e dai loro vissuti, arriva il momento di raccontare”. Verbo che richiama la deontologia di ciascun comunicatore, sottolinea Argentiero. “Oggi abbiamo a disposizione mille strumenti per metterla in pratica: dalle immagini alla radio, dalla carta stampata ai social network, ma i progressi della tecnica fanno sembrare la comunicazione quasi una sorta di ‘gioco da ragazzi’. Però non è così. Ogni mezzo di comunicazione ha le sue caratteristiche, le sue potenzialità, così come i suoi punti deboli. Raccontare la realtà che ci circonda – conclude il direttore –, richiede a noi giornalisti una sempre maggiore competenza e professionalità”.
 
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