UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Cardinale Bagnasco: la “frontiera mediatica” richiede una riflessione più profonda ed onesta

Ad Assisi il cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della CEI, nel pronunciare la Prolusione alla LXII Assemblea generale dei vescovi italiani, ha dedicato un importante passaggio alla "prodigiosa frontiera mediatica" e a come ravvivare "una responsabilità più grande ed incisiva verso la missione".
8 Novembre 2010
Ad Assisi il cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della CEI, nel pronunciare la  Prolusione alla LXII Assemblea generale dei vescovi italiani, ha dedicato un importante passaggio alla "prodigiosa frontiera mediatica" e a come ravvivare "una responsabilità più grande ed incisiva verso la missione". Ecco il passaggio in questione, al paragrafo n. 8.
 
"Oggi, è vero, c’è una frontiera prodigiosa, quella mediatica comprensiva dei nuovi media, che esalta le opportunità di conoscenza e di relazione. È però anche una cultura capziosa che, mentre  offre molto, se non si sta attenti ruba alla persona sempre qualcosa, e qualcosa di importante. Questo vale per i giovanissimi e i giovani per ore davanti ad internet, ma vale anche per gli adulti quando si lasciano drogare da una informazione morbosa che sembra dare sempre qualche particolare in più, mentre di fatto induce alla indifferenza e al cinismo. Inaridisce il cuore e suggerisce una serie di alibi per non migliorare se stessi. Nessuno ha rimpianti per stilemi autoritari e illiberali, per sistemi monopolistici e monoculturali; e tuttavia la corsa all’audience ha fatto raggiungere livelli di esasperazione brutale. «Essendo in concorrenza sempre più forte – osservava di recente il Papa – i mezzi di comunicazione si credono spinti a suscitare la massima attenzione possibile. Inoltre, è il contrasto che fa notizia in genere, anche se va a discapito della veridicità del racconto» (Benedetto XVI, Discorso al nuovo Ambasciatore di Germania, 13 settembre 2010). Forse, proprio in questo decennio, sarebbe necessaria una riflessione più profonda e onesta su questi meccanismi per ravvivare una responsabilità più grande ed incisiva verso la missione e le potenzialità proprie di questo straordinario mondo."