UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Caritas: fare memoria per costruire il futuro

Cinquant’anni di storie, volti e sguardi raccontati in 240 pagine, nel volume edito da “Toscana Oggi”, curato da don Fabio Marella.
16 Maggio 2023

Fare memoria per costruire il futuro. Cinquant’anni di storie, volti e sguardi che restano nel cuore raccontati in 240 pagine, nel volume edito da “Toscana Oggi”, curato da don Fabio Marella e dall’Equipe diocesana che opera al suo fianco. Testimonianze vive di chi c’era quando a Firenze nel 1973 è nata la Caritas (frutto del Concilio Vaticano II) e di chi, vestendo i panni del Buon Samaritano, ne ha incarnato lo spirito negli anni seguenti fino ai nostri giorni. Con forme e strutture sempre nuove, adatte a rispondere ai mutati bisogni. Hanno fatto da collante per ricordare, in una condivisione comune, il mezzo secolo di presenza accanto ai più poveri e a chi soffre, operatori e volontari che con il loro impegno hanno dato e danno concreta espressione all’umanesimo cristiano, figlio della città, che ha sempre saputo rivestire i caratteri della carità. Per celebrare questo anniversario - sottolinea il direttore Riccardo Bonechi - non a caso sono stati scelti tre luoghi simbolo di Firenze. Il Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, che rappresenta il pulsare della vita fiorentina, nella quale si presentano e si evidenziano i bisogni dell’uomo. La chiesa di Santa Croce, che racchiude 'le urne de’ forti', segno della bellezza dell’arte e del collegamento con la storia di chi ci ha preceduto. La Badia Fiorentina è il luogo dove, ancora prima della nascita di Caritas, il Venerabile Giorgio La Pira creò la comunità di San Procolo, luogo di ritrovo per i poveri. Là veniva celebrata la messa dei poveri e ancora oggi si tiene una domenica al mese.
Il libro non è solo un modo per rimarcare questa bellissima esperienza, ma anche per rendere visibile il bene che c’è nella vita di comunità e alimentare la speranza (parole del sindaco Dario Nardella) e  la volontà della Chiesa (confermata dall’arcivescovo Betori) “di essere sempre presente -  attraverso i Vicariati e le parrocchie - accanto a chi ha bisogno, a chi chiede di essere nutrito, vestito, accolto, visitato , sapendo di  riconoscere nei volti di queste persone il volto stesso di Cristo”.
Come in una cornice, nelle cento storie scorrono le immagini e le parole di coloro che, nel corso di tutti questi anni, sono stati aiutati da Caritas, e quelle di operatori e volontari che li hanno sostenuti nel loro percorso di rinascita. Dalla prima grande avventura, nel 1976, il terremoto in Friuli. Poi nel 1978 l’emergenza profughi in Vietnam. Nel 1989 l’inaugurazione di Casa Vittoria per i malati di Aids, che oggi ospita immigrati. Nel 1990 viene aperto il Centro di ascolto per italiani e stranieri, ancora oggi funzionale punto di riferimento. Nel 1993 nasce l’Associazione Stenone, dove sanitari e studenti di Medicina curano le persone in difficoltà. Poi c’è la grande mobilitazione per la Guerra dei Balcani e nel 2004 l’apertura della Casa della Solidarietà San Paolino, mentre successivamente vengono avviate le mense dei poveri in piazza Santissima Annunziata e in via Baracca.  Nel 2009 i volontari devono partire per assistere i terremotati dell’Abruzzo. Quindi nel 2012 scatta l’opera educativa di accompagnamento per superare il campo Rom a Sesto Fiorentino. Infine le storie più recenti. Legate alla pandemia Covid, all’arrivo dei profughi afghani e all’emergenza Ucraina.
C’è del cammino ancora da fare, ma non manca il coraggio, quello della fede anzitutto, che si trasforma appunto in carità. Ricordando - lo evidenzia il card. Betori nella prefazione - che “il compito della Caritas non sia di assistenza filantropica”. “La prima attenzione non deve essere alle possibili risposte da dare ai problemi che la società pone, ma a costruire un rapporto di fiducia che consenta a chi è nel bisogno di sentirsi accolto e ascoltato”. Raccomandazione condivisa anche nei contributi del card. Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, e di don Marco Pagniello, direttore Caritas italiana.

Antonio Lovascio