UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Carpi: dopo il covid, grazie agli operatori dell’informazione

I giornalisti dei media locali, degli uffici stampa delle Istituzioni durante la pandemia hanno avuto un ruolo importante per collegare e tenere unite le persone.
9 Luglio 2020

Un momento breve ma sentito e dove si sono condivise testimonianze e verità semplici che rappresentano il nucleo del lavoro di chi informa. Questo è avvenuto lo scorso 3 luglio a Carpi alla presenza del vescovo, amministratore apostolico monsignor Erio Castellucci e del vicario generale monsignor Gildo Manicardi, nel corso dell’incontro promosso dall’ufficio comunicazioni sociali per ringraziare gli operatori della comunicazione per il loro impegno durante le fasi più critiche e drammatiche del lockdown. “Un grazie spontaneo – ha affermato il direttore dell’ufficio Luigi Lamma - ai giornalisti dei media locali, degli uffici stampa delle Istituzioni e a tutti gli operatori della comunicazione che durante la pandemia, mettendo a rischio anche la propria incolumità, hanno avuto un ruolo importante per collegare e tenere unite le persone costrette all’isolamento”. Per monsignor Castellucci “senza i mezzi di comunicazione molte persone avrebbero sofferto ancora di più l’isolamento dalla comunità ecclesiale. Che si celebrasse a Modena, a Carpi, a Mirandola, sempre si è voluto comunicare messaggi di pace, di vicinanza e di solidarietà. I riscontri ricevuti dalle persone sono sempre stati di gratitudine per aver potuto tenere il cuore là dove si faceva la proposta”. Nel ricordare che giustamente al primo posto si mettono medici, infermieri, sanitari, che hanno preso in carico la cura delle persone, “subito dopo metterei gli operatori della comunicazione, tutti, i professionisti, ma anche sacerdoti, diaconi e ministri, che si sono trasformati in ‘registi’ per tenere collegate le loro comunità”. Cosa resta dell’esperienza della comunicazione ecclesiale in questo periodo di pandemia? Sicuramente una nuova considerazione del ruolo e della potenzialità dei media: “Quest’anno gli incontri dei giovani sono avvenuti tramite video e registrazioni in remoto. E’ stato stimato che le visualizzazioni sono state il quadruplo del numero delle persone di solito presenti fisicamente a questi incontri. Credo che questo momento ci dia l’occasione per stringere un’alleanza più fiduciosa con i mezzi di comunicazione. Dobbiamo imparare meglio il linguaggio dei media per raggiungere chi rimane sulla soglia della comunità ecclesiale o più indietro. Allora grazie a tutti i giornalisti per quello che avete fatto e farete, speriamo non in un nuovo lockdown, ma nell’ordinario”. Dopo le testimonianze dei giornalisti presenti è stato monsignor Manicardi a chiudere l’incontro prima della consegna di alcuni semplici riconoscimenti a ricordo di questo momento. “Esprimo un ringraziamento molto grande agli operatori di TVQUI che con il loro lavoro hanno rappresentato una parte molto importante della mia preghiera in quel periodo. Avete portato il ritmo dell’anno liturgico dentro una realtà senza ritmo, qual è la pandemia. Il succedersi delle domeniche come un cammino che va avanti seguendo appunto le tappe dell’anno liturgico. Ci sono state poi iniziative che hanno sperimentato modalità nuove, come l’incontro di preghiera ecumenico che si è tenuto a Carpi ed è stato poi replicato a Mirandola. Avete fatto un lavoro di architettura, ha concluso don Gildo, quando mi trovavo nel Duomo con le sue cappelle in ombra e senza popolo ho cercato di immaginare le tante chiese domestiche che in quel momento erano collegate. Di fatto avete completato il restauro della Cattedrale: siete stati a voi a mettere in comunicazione centinaia di cappelle che pregavano in tempo di distanziamento. Ora si tratterà di tesaurizzare quanto si è fatto in questo periodo”.