UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Catanzaro: il racconto della festa

L’Arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, Mons. Vincenzo Bertolone, si è rivolto sabato 28 gennaio nella cattedrale di Catanzaro ai giornalisti ed agli operatori della comunicazione sociale, in occasione della festa di San Francesco di Sales.
30 Gennaio 2012
“La figura di san Francesco di Sales, interpella tutti coloro che svolgono questa professione. Alla sua scuola, allora, è necessario riscoprire, tutelare e promuovere l’“umanesimo della comunicazione”: cioè dare un’informazione che sia capace di salvaguardare i diritti delle persone e delle famiglie, a cominciare dai minori”. Sono le parole dell’Arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, Mons. Vincenzo Bertolone rivolte sabato sera nella cattedrale di Catanzaro ai giornalisti ed agli operatori della comunicazione sociale, in occasione della festa del loro patrono, San Francesco di Sales.
Tanti i fedeli presenti che hanno vissuto un momento di spiritualità fraterna assieme al proprio pastore per ricordare anche la figura del regista Vittorio De Seta, “maestro” del documentarismo cinematografico, e la figura della mistica di Paravati con la presentazione del libro "Natuzza, amica mia”, scritto dal noto giornalista catanzarese Luciano Regolo.
Presenti in Cattedrale anche il Vicario Generale della diocesi, mons. Raffaele Facciolo, il direttore dell’ufficio regionale per le comunicazioni sociali, don Giovanni Scarpino, il parroco don Francesco Isabello, il presidente dell’ordine dei giornalisti della Calabria, Giuseppe Soluri, il prefetto di Catanzaro Antonio Reppucci, il generale regionale della Finanza, Michele Calandro, il consigliere nazionale dell’ordine dei giornalisti Natalino Bianco, i consiglieri regionali dell’ordine dei giornalisti Vincenzo De Virgilio e Mario Mirabello, l’imprenditore Floriano Noto, il sindaco di Squillace Guido Rhodio, il figlio di Natuzza Francesco Nicolace e numerose autorità istituzionali. 
“Siamo convinti - ha detto Mons. Bertolone -  che “quando la comunicazione perde gli ancoraggi etici e sfugge al controllo sociale finisce per non tenere più in conto la centralità e la dignità inviolabile dell’uomo, rischiando di incidere negativamente sulla sua coscienza, sulle sue scelte, e di condizionare in definitiva la libertà e la vita stessa delle persone”. Per questo “è indispensabile che le comunicazioni sociali difendano gelosamente la persona e ne rispettino appieno la dignità”.
Mons. Arcivescovo, nell’evidenziare la figura di San Francesco di Sales, ha ribadito che “bisogna partire dall’uomo se si vuole risollevare la sua attuale condizione di pericolo e di smarrimento; ma partire dall’uomo significa essenzialmente formazione, educazione, istruzione, apprendimento, responsabilizzazione, crescita morale e spirituale”.
“A voi giornalisti - ha detto il Presule - l’augurio di attingere nella luce della verità rivelata la forza per compiere fino in fondo il compito cui siete chiamati. San Francesco di Sales vi sostenga nel vostro difficile lavoro e vi renda sempre cultori assidui della verità, servitori dell’uomo nella ricerca di essa, comunicatori di spinte e stimoli positivi nel campo dei valori umani e cristiani da proporre e trasmettere a tutti”.
Dopo la celebrazione eucaristica è seguito in Cattedrale un colloquio-intervista tra il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria Giuseppe Soluri e il giornalista Luciano Regolo, che insieme hanno presentato per la prima volta a Catanzaro il libro “Natuzza, amica mia”. Un capolavoro letterario, edito dalla Mondadori, dove è possibile scoprire la vita di Natuzza Evolo attraverso la testimonianza di Italia Giampà, l’amica che più le è stata vicina in tanti anni. Ricco documenti, aneddoti e testimonianze inedite, il libro è la naturale prosecuzione del primo libro di Regolo su Natuzza che ha conquistato decine di migliaia di lettori.
“Natuzza - ha detto Luciano Regolo - mi ha insegnato a non avere paura della morte, a non provare vergogna della fede, a non abbattermi di fronte alle delusioni che la vita ci offre pensando erroneamente di essere stati abbandonati da Dio”.
La serata è stata anche animata dal soprano Sibilla Rizzo e dalla corale della comunità parrocchiale “Santa Famiglia”.