Nel lontano 1904 a Teramo nasceva L’Araldo Abruzzese un foglio di informazione religioso-politica. Momenti particolari per la Chiesa in generale e in particolare per quella stampa che si volesse porre in qualche modo come stimolo alla riflessione e all’azione per il mondo cattolico, chiamato a uscire dal chiuso di un fede intimistica per «entrare nel mondo». Era vescovo a Teramo Alessandro Zanecchia-Ginnetti, un carmelitano scalzo studioso di teologia e sacra liturgia, uomo dal carattere deciso. L’Araldo iniziò il suo cammino grazie alla ferma volontà non solo del vescovo Zanecchia, ma anche e soprattutto di un gruppo di sacerdoti che ruotavano attorno al seminario diocesano, tra i quali don Gaetano Cicioni. Nei momenti particolarmente delicati la piccola neonata redazione si riuniva a casa di questo sacerdote per impaginare il giornale.
L’Araldo , fin dalla sua nascita, si pone come strumento di sensibilizzazione per i cattolici ad agire nel sociale per la costruzione di una società a misura d’uomo. Già nel primo editoriale vengono esplicitati gli obiettivi: «Noi perciò intendiamo di lavorare, per mezzo del nostro periodico, alla restaurazione delle migliori idealità umane nell’interesse della pace sociale; desideriamo lavorare sulle anime». Nello stesso testo viene precisato che questo lavoro sarebbe parziale «se non avesse riguardo degli altri bisogni; perché invano al povero che geme, all’operaio che ha fame e vuol lavoro, voi ripeterete: 'prega e confida'. Nessuno vi ascolterà. Tuttavia non lo inganneremo, nè con parole allettatrici, nè con facili illusioni. Ogni idealità, benchè lungamente vagheggiata, rimane vuota e non si raggiungerà mai, se è priva del naturale nutrimento della vita reale».
Un messaggio che potrebbe essere ripreso integralmente e riproposto oggi. L’Araldo poneva la sua particolare attenzione al mondo operaio, riaffermando il rispetto della dignità del lavoratore. E lungo questi 110 anni, ha osservato e raccontato momenti delicati e decisivi della nostra storia e con questi stessi obiettivi continua, pur tra le difficoltà, nella sua opera di informazione e formazione.