UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Centri culturali, è tempo di muoversi

Avvenire raccoglie una serie di testimonianze di come, anche durante la pandemia, fioriscono attività e incontri in tutta Italia.
25 Novembre 2020

Da Milano a Napoli, da Pieve di Soligo a Velletri, da Cesano Maderno ad Ancona: l'Italia è tutto un fiorire di attività che orbitano attorno ai centri culturali disseminati nel Paese, nonostante il periodo oggettivamente irto di difficoltà. Qui di seguito la testimonianza della diocesi ambrosiana e in allegato l'intera pagina del Portaparola del 24 novembre, tutto dedicato al racconto di queste storie.

C'è sempre un momento in cui, nella vita, bisogna mettere un punto e ripartire. Un momento in cui non ti accontenti di restare alla finestra a guardare a ciò che ti sta accadendo attorno, lasciando che gli eventi facciano il loro corso nell'attesa che tutto passi. Un momento in cui capisci che per ricominciare devi prendere in mano la situazione con gli strumenti che hai per riflettere e agire. Con la consapevolezza che farlo 'insieme' è meglio. Perché c'è bisogno dell'apporto di tanti, se si vuole cambiare qualcosa. C'è bisogno di chi, con coraggio, aiuti ad alzare lo sguardo per vedere il mondo da un'altra prospettiva che non si abbassi solo sulle urgenze del presente, ma con speranza getti semi sui quali costruire il futuro, perché non ci trovi impreparati. Con questo spirito i Centri culturali cattolici della Diocesi di Milano si sono trovati nei mesi scorsi per riflettere insieme sulle questioni fondamentali che la pandemia ha messo sul tavolo e trovare un'iniziativa che coinvolgesse le forze dell'intero territorio diocesano. È nata così l'idea di «Insieme per risvegliare l'umano», il tema della prima settimana dei Centri voluta da tutti fortemente, nonostante tutto, e sostenuta dall'arcivescovo Mario Delpini. Una trentina di eventi, online e gratuiti, fino al 29 novembre. Un lavoro servito in prima battuta ai soggetti coinvolti nel progetto, per 'risvegliarli' di fronte a un tempo in cui si è necessariamente distanti e porre gli interrogativi importanti sul modo di procedere e lavorare insieme in futuro. Una proposta a fianco della preoccupazione per la salute di tutti, capace di mettere al centro della persona il suo valore assoluto, includendo i bisogni spirituali che chiedono di non essere messi in mora. Si è lavorato molto, e giustamente, in questi anni sulla cultura della carità, grazie anche all'insistenza di papa Francesco, dimenticando forse qualche volta che esiste anche una 'carità della cultura' che chiede di essere rivalutata. Perché il genere umano 'muore' anche schiacciato da orizzonti che non permettono di respirare aria capace di dare un nuovo senso di libertà e speranza. Non per nulla la proposta pastorale dell'arcivescovo di quest' anno porta il titolo «Infonda Dio la sapienza del cuore»: c'è bisogno di ritrovare nel tempo presente, difficile da comprendere, quel gusto per la vita che vince nonostante tutto. Webinar, conferenze, dialogo tra più voci, ma anche teatro, musica, mostre virtuali con tanti volti, come medici, docenti, ecclesiastici, statistici, poeti, attori, psicologi, economisti, universitari, fino ai parroci. A dibattere sul tema che dà il titolo alla settimana giovedì 26 alle 18.30 sarà lo stesso monsignor Delpini con il ministro dell'Interno Lamorgese, moderati dal direttore di AvvenireMarco Tarquinio. L'Inferno di Dante termina con queste parole: «E quindi uscimmo a riveder le stelle». In un tempo in cui siamo ancora costretti a rinchiuderci tra le mura di casa abbiamo bisogno di parole altre e proposte 'belle' che ci aiutino a volgere il nostro sguardo altrove: perché c'è bisogno di sperare per continuare a vivere.

(don Gianluca Bernardini - Responsabile Ufficio per il Coordinamento dei Centri culturali cattolici-Diocesi di Milano)