UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

#CheCinemaFarà: 3 domande sul dopo-Coronavirus

La filiera cinematografica risponde all'Ente dello spettacolo: una riflessione collettiva sul futuro, ogni giorno online alle 15.
22 Aprile 2020

L’emergenza Covid-19 si è abbattuta come uno tsunami sul sistema economico e sociale italiano. Tra i settori più colpiti c’è anche la cultura, con pesanti ripercussioni in ogni suo comparto e in particolare il cinema si trova in grandi difficoltà: sale chiuse, uscite di film spostate o dirottate su piattaforme digitali, festival rinviati sine die o cancellati, produzioni sospese ovunque con effetti devastanti sulla parte più fragile della filiera – le maestranze e, di rimbalzo, le economie indirettamente interessate. Eppure, vediamo come in questo periodo la domanda di cinema sia tutt’altro che crollata: del cinema si ha bisogno. I film ci confortano perché ci tengono compagnia, ci offrono una possibilità di evasione, danno un senso e un ordine al mondo, rivelandone le sue connessioni nascoste. Ecco perché i film non finiranno.

Con #CheCinemaFarà, la Fondazione Ente dello Spettacolo vuole esplorare le opportunità che pone questa crisi, raccogliendo le idee, le suggestioni, le provocazioni di autori, attori, maestranze, direttori di festival, critici, giornalisti, personalità delle istituzioni, appassionati. Uno sforzo di immaginazione “con i piedi per terra” da parte di coloro che fanno parte dell’intera filiera cinematografica. Una riflessione, articolata in tre domande, sullo scenario futuro elaborando una proposta che include i tre poli dell’esperienza cinematografica: il prodotto (il film), la sua distribuzione (le modalità di fruizione), i destinatari (il pubblico).

Spiega il senso dell’iniziativa mons. Davide Milani, Presidente della FEdS: «Che giorni stiamo vivendo senza cinema? E che giorni vivremo quando il cinema – inteso come set, sala, festival – tornerà a far parte del nostro quotidiano? In questa fase così complicata, non possiamo rinunciare a immaginare il futuro che ci aspetta oltre questa crisi. Evadere dal reale sarebbe un enorme spreco se non rinnovassimo il nostro sguardo sulla realtà, su quello che facciamo, su quello che siamo. Con #CheCinemaFarà vogliamo proporre una riflessione collettiva sulle prospettive e sulla ripartenza di un comparto culturale fondamentale per la costruzione del nostro immaginario a partire da quello che siamo già adesso, ciascuno con le proprie peculiarità, da riscoprire, valorizzare e offrire come contributo a tutto il mondo del cinema, alla cultura del Paese. La nostra proposta si proietta sul futuro perché riportare speranza e fiducia e allo stesso tempo rinsaldare i legami sociali così fiaccati da questa prova. Per una ricostruzione vera e profonda dell'individuo e delle comunità il nostro Paese non può che ripartire dalla cultura e dal contributo che il cinema può portare».

Ogni giorno alle ore 15, viene pubblicato un nuovo intervento, disponibile su entespettacolo.org e sui canali social della FEdS (Facebook, Twitter, Instagram, YouTube).

L’iniziativa ha avuto una sua anteprima martedì 7 aprile con Antonio Monda, direttore artistico della Festa del Cinema di Roma. Nel suo contributo (disponibile qui), Monda riflette sul futuro del rapporto tra cinema e spettatori: «La sala ha certamente subito un colpo enorme. Il cinema consiste nella fruizione, insieme a degli sconosciuti, di un film proiettato su uno schermo più grande dello spettatore. Se eliminiamo uno di questi elementi, togliamo l’essenza stessa del cinema».

Sono tante le personalità che hanno già risposto all’appello della FEdS.

Dopo Roberto Cicutto, nuovo Presidente della Biennale di Venezia, e Laura Delli Colli (nella foto), presidente del Sindacato Giornalisti Cinematografici Italiani e presidente della Fondazione Cinema per Roma, seguiranno: Giampaolo Letta (amministratore delegato di Medusa), Giona A. Nazzaro (delegato generale della Settimana Internazionale della Critica), Pedro Armocida (direttore della Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro), Flavio Natalia (direttore di Ciak), Giorgio Viaro (direttore di Best Movie), Massimo Scaglioni (Università Cattolica di Milano), Nicola Lagioia e Chiara Tagliaferri (scrittori) e tanti altri.

 

 

Le tre domande

  1. Che film si realizzeranno? Quali storie emergeranno nei prossimi mesi e anni? Con quali personaggi ? Saranno i sentimenti (e quali?) a prevalere, o gli scenari? Vedremo eroismi estremi o ritrovata normalità? Quali territori saranno in grado di accogliere, in sicurezza, grandi e piccoli set? Come potranno ripartire le produzioni?

 

  1. Dove si vedranno? Il ritorno in sala sembra difficile da recuperare in tempi brevi. Il ricorso al digitale ha mostrato molteplici potenzialità, ma anche il limite della mancanza dell’esperienza collettiva, del dialogo che segue la visione, dell’impatto del grande schermo. Come potranno convivere le diverse modalità di fruizione fin qui sperimentate (sala cinematografica, proiezioni per piccoli gruppi, homevideo, streaming, ecc.)? E che ne sarà delle rassegne all’aperto, dei piccoli festival, del cinema in piazza?

 

  1. Con quali occhi li vedremo? In che modo il trauma influenzerà lo sguardo dello spettatore? Quale impatto sul suo sistema di attese, sulla sua sensibilità, sui processi di identificazioni attivati dalla visione? Come si definirà l’esperienza profonda di fruizione del film, lavorando sui meccanismi psicologici di ricezione e sulle sue griglie di lettura? Come verrà riconsiderata la stessa storia del cinema dal momento in cui inediti paradigmi di sguardo e di critica si imporranno, suggerendo nuovi percorsi in retrospettiva? Che rapporto questa crisi introdurrà con la nostra memoria?