UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Chiavari: la testimonianza di un seminarista… ex giornalista

E' in seminario dal 2007, dopo sei anni di lavoro giornalistico a Telepace. Ad Avvenire Luca Sardella ha raccontato le proprie riflessioni ispirate dal messaggio del Papa per la prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali.
31 Gennaio 2012
Come il silenzio può diventare parte integrante della comunicazione? In un tempo segnato da una sovrabbondanza di news e parole, il silenzio appare ospite incomodo. La sua presenza sembra mettere in dubbio l’efficienza del fare informazione che – rispondendo alle esigenze di mercato e di ascolti – chiede di «arrivare per primi» sulla notizia per lanciare velocemente l’agenzia di stampa. Quanto, però, la velocità dell’informare ha a cuore anche il «formare», l’educare cioè il pensiero e la coscienza di coloro che ricevono le notizie? Il silenzio va riscoperto, ci ricorda il Papa nel suo messaggio per la prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Per un giornalista educarsi al silenzio significa permettersi un salto di qualità nell’efficacia del suo servizio: dare spazio al silenzio non è spreco di tempo, ma occasione per una sintesi tra l’emozione suscitata dagli eventi e il «pensiero» che ne può scaturire.

 
Solo se preceduta dal silenzio, infatti, la parola nasce «pensata», perché questa diventi strumento di formazione e non soltanto chiacchiera banale e assordante.
Lasciato il mio quotidiano lavoro in redazione, il Seminario in questi anni mi ha permesso di riscoprire il valore del «dare tempo» al silenzio personale e a quello della preghiera: sono emerse parole non banali, sguardi più attenti, letture del reale più vere e aperte al futuro. Anche il silenzio è parte della comunicazione, così come in una partitura musicale le pause sono indispensabili all’intreccio melodico: permette un ascolto più profondo dei fatti, delle domande e delle storie di vita. Soprattutto consente di cogliere nelle vicende degli uomini, con le loro complessità, i segni della benedizione di Dio, raccontando così – tra le tante notizie – la Buona Notizia della fiducia e della speranza.
 
Luca Sardella