UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Chiesa toscana a porte spalancate

Duecento delegati delle diciotto diocesi si sono riuniti, il 23 novembre, presso la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale per riflettere sul nuovo umanesimo.
25 Novembre 2019

"Il luogo più importante di una parrocchia è la porta: deve essere sempre aperta". Assumendo come impegno nel “cambiamento d’epoca” una frase emblematica del teologo francese Christoph Theobald, la Chiesa toscana, con la sua identità forte, di Cultura e di Fede, guarda al futuro con speranza. Duecento delegati delle diciotto diocesi si sono riuniti, lo scorso 23 novembre, presso la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale per riflettere sul nuovo umanesimo: lo stile cristiano da rinnovare, nella linea del discorso che Papa Francesco tenne quattro anni fa a Firenze; ed hanno dato vita anche a un costruttivo scambio di idee in nove “tavoli di lavoro”. Partendo proprio dalla sollecitazione di mons. Riccardo Fontana, presidente della Commissione Cultura e Comunicazioni Sociali della CET coordinata da don Alessandro Andreini e Gianni Rossi, che ha promosso il convegno: “Mi piace una Chiesa – ha esordito il vescovo di Arezzo - che non sia fatta solo di preti, frati e suore: i laici, le famiglie hanno molto da dire. Bisogna riprendere il dialogo con la Cultura, dialogare con tutti, creare un dialogo costruttivo e utile. La Chiesa non ha nemici. Uno dei suoi compiti può essere quello di risanare le fratture, fare in modo che ci sia rispetto e ascolto”.
Di dialogo ha parlato anche il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze e presidente dei vescovi toscani, nell’intervento di sintesi che ha chiuso la giornata. “Lo scontro dottrinale e ideologico - ha affermato - ha caratterizzato per quasi due secoli il rapporto del cattolicesimo con la modernità. La strada che dobbiamo prendere, è quella indicata dal Concilio Vaticano II, la strada del ritorno al Vangelo, come seme gettato nel terreno della storia, come lievito da introdurre nella comunità e nella pasta del mondo. Mitezza, disinteresse, dono, sono le parole che Betori ha ripreso dal discorso di Papa Francesco, come aspetti del volto di Gesù che i cristiani devono incarnare, mettendosi in relazione con l’altro con uno stile di servizio, ponendo attenzione soprattutto ai poveri, agli emarginati, alle fragilità. Un richiamo presente anche nel videomessaggio del presidente della CEI card. Gualtiero Bassetti, quando ha auspicato che dobbiamo sempre avere “il coraggio di seguire e servire il Cristo povero e umiliato nella vita di quelli che san Giovanni Paolo II ha definito gli sconfitti della vita e che papa Bergoglio ci invita a riconoscere come gli scarti generati dall’indifferenza che diventa regola di vita in un sistema che idolatra il profitto e i consumi”.
La riflessione nell’arco della giornata è stata stimolata dalle relazioni di padre Christoph Theobald, gesuita, docente di teologia fondamentale e dogmatica al Centro Sevres di Parigi; del presidente del Parlamento Europeo David Sassoli e dai contributi sulla realtà territoriale toscana del prof. Adriano Fabris e del preside della Facoltà Teologica mons. Basilio Petrà. Theobald ha parlato del cristianesimo come “stile”: un modo, ha sottolineato, “per prendere sul serio quanto il Vaticano II ha potuto dire della «presenza» pastorale e missionaria dei cristiani in seno alla società”. “Se, al momento del Concilio, si parlava ancora di umanesimo cristiano - ha aggiunto - la posta in gioco attuale è rendere più largamente accessibile un nuovo umanesimo, umanesimo non solo attento all'unicità degli itinerari umani, ma anche alla convivenza in seno alle nostre società e all'avvenire della vita umana sul nostro pianeta". "Il luogo più importante di una parrocchia non sono i suoi servizi o le sue attività ma la porta. Che deve essere sempre aperta".
E l’Europa, che ruolo può avere in questo momento di trasformazioni? “L’Europa - ha detto Sassoli - può essere utile per regolare i meccanismi globali che in questo momento spesso sono senza regole”. Mentre "le Chiese sono un pezzo importante per contribuire a sostenere il valore della politica, il valore di una politica democratica e in questo caso anche naturalmente la messa a fuoco di meccanismi utili per rilanciare il progetto europeo”.

(Antonio Lovascio)