UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Chiese d'Europa, un barometro mediatico

Dal 12 al 15 giugno a Bucarest l'incontro dei portavoce delle Conferenze episcopali d'Europa. All'ordine del giorno argomenti spinosi, quali la teoria del genere, l'eutanasia, la libertà religiosa, il "matrimonio per tutti". In rappresentanza della CEI il Vice Direttore dell'Ufficio comunicazioni sociali, Don Ivan Maffeis. 
12 Giugno 2013
Economia, politica, diritti, valori: stanno forse cambiando in Europa? La domanda è retorica, la risposta risaputa. Il vecchio continente è in rapido mutamento entro un contesto globale che ha preso la rincorsa. Ma come orientarsi in questa fase? Quali gli eventuali nuovi punti di riferimento? Quali le sfide in atto? Come vi si inserisce la “nuova evangelizzazione”? Sono alcuni dei temi all’ordine del giorno dell’incontro annuale dei portavoce e addetti stampa delle Conferenze episcopali in Europa promosso dal Ccee a Bucarest dal 12 al 15 giugno. La riflessione degli oltre 50 partecipanti, provenienti da 25 Conferenze episcopali, sarà favorita e guidata da un puntuale riferimento all’esortazione apostolica “Ecclesia in Europa”, pubblicata da Papa Giovanni Paolo II giusto dieci anni or sono, il 28 giugno 2003.
 
Un’agenda fitta. I lavori, organizzati dal Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa, sono aperti da don Michel Remery, vice segretario generale del Ccee, cui seguono gli interventi di don Eduard Mihai Cosa, segretario della Conferenza episcopale di Romania, e di Thaddeus Jones, che porterà il saluto del Presidente del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali, mons. Celli. I quattro giorni di Bucarest prevedono varie sessioni con numerosi relatori: la prima dedicata appunto alle trasformazioni in atto in Europa; quindi si parlerà di argomenti spinosi, quali la teoria del genere, l’eutanasia, la libertà religiosa, il “matrimonio per tutti”, che toccano l’attività quotidiana dei portavoce delle chiese nazionali. Non mancheranno ulteriori opportunità di confronto a partire da temi che riguardano singoli Paesi, taluni “nuovi diritti” che vanno affermandosi, così pure si analizzeranno i rapporti tra le chiese, le opinioni pubbliche, i mass media. “È la seconda volta che l’incontro dei portavoce e degli addetti stampa delle chiese europee si svolge in Romania - precisa Thierry Bonaventura, addetto stampa Ccee, a Sir Europa -; la prima occasione era legata alla scorsa assemblea ecumenica e il nostro incontro avvenne a Sibiu, nel 2007”.
 
Riproporre la speranza cristiana. “L’intenzione è di discutere quei macrofenomeni che caratterizzano il nostro tempo e che interrogano l’azione missionaria della Chiesa oggi in Europa, il tutto alla luce della ‘Ecclesia in Europa’, che rivela, a dieci anni di distanza, la sua capacità profetica e l’estrema attualità”, spiega Bonaventura. “L’Europa sembra attraversare una stagione di smarrimento e di offuscamento della speranza”, aggiunge l’addetto stampa Ccee. “In particolare, in questo tempo di crisi in cui versano gran parte dei nostri Paesi, molti cittadini si sentono disorientati, delusi dalle istituzioni, e si sbiadiscono i riferimenti che finora avevano retto il modello di vita dell’occidente europeo. L’Europa del 2013 sembra essere attraversata più da un’onda di paura che di desiderio di futuro”. Ma, per Bonaventura, questa crisi, “che non è solo economica, ma insieme culturale, antropologica, etica e spirituale, può costituire un’opportunità perché l’Europa possa affrancarsi dall’agnosticismo pratico e dall’indifferentismo religioso e decidere nuovamente del suo futuro nell’incontro con la persona e il messaggio di Gesù Cristo, sorgente di speranza e di pace”.
 
Quali diritti, quali linguaggi. Insomma, nell’ultimo decennio il mondo, e con esso l’Europa, ha subito forti sollecitazioni, vere e proprie scosse, mutamenti repentini, non sempre coerenti, logici, credibili: “Siamo in un’epoca in cui sembrano affermarsi i cosiddetti nuovi diritti, i quali legittimano tutte le preferenze e le scelte individuali su di un piano paritario, per cui non è possibile operare alcuna valutazione di ordine morale. Potremmo persino dire, forzando un po’ i toni, che solo il credere, come ricorda l’esortazione post-sinodale, ha ancora bisogno di una legittimazione sociale”. Ecco perché nell’agenda dei lavori figurano momenti di confronto per comprendere “come sia possibile dialogare con questa mentalità che si va diffondendo, la quale chiede forse alle chiese linguaggi nuovi e moderni, convincenti messaggi di speranza”. “Torneremo a domandarci chi è e verso dove cammina l’uomo del 2013 e come può essergli accanto la Chiesa cattolica, proponendo, con parole nuove, con strumenti moderni, anche sul piano della comunicazione, i valori immutabili del vangelo”.
 
Privacy, News.va e AppPope. All’ordine del giorno dell’appuntamento di Bucarest figurano, inoltre, una relazione sui temi del copyright e della privacy, per verificare come questi due aspetti apparentemente “tecnici” abbiano invece a che fare con la vita dei cittadini, e dunque con riflessi sull’azione ecclesiale. Non da ultimo, sono previsti un confronto su taluni eventi particolarmente importanti della vita della Chiesa degli ultimi mesi (dimissioni di Papa Benedetto XVI, elezione di Papa Francesco), gli aggiornamenti sull’attività dello stesso Ccee e della Comece (Commissione degli episcopati della Comunità europea), oltre alla presentazione del portale News.va e dell’applicazione AppPope.