UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

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Il 20% dei sacerdoti diocesani e dei religiosi e addirittura il 59,7% dei seminaristi ha un profilo su Facebook. Sono i primi dati di una ricerca voluta dall’Associazione dei Webmaster Cattolici Italiani, che testimonia una presenza massiccia dei consacrati nel web.
17 Marzo 2012
Sorprese da una ricerca condotta dal Cremit dell’Università Cattolica di Milano e dal Dipartimento Istituzioni e Società dell’Università di Perugia. I ricercatori di queste due Università hanno indagato per conto di WeCa (Associazione Webmaster Cattolici Italiani) l’uso di Facebook da parte di sacerdoti, religiosi e seminaristi.
Emerge un quadro di grande ricchezza e di grande attenzione nei confronti dei social media.
Il 20% dei diocesani e dei religiosi ha un profilo su Facebook. È una percentuale elevata se la si confronta con il dato più generale dei cittadini italiani.
La percentuale sale addirittura al 59,7% nel caso dei seminaristi, segno evidente della maggiore frequentazione di questi ambienti da parte delle generazioni più giovani.
Da alcuni primi dati appare una differenza numerica di presenza da parte delle religiose rispetto ai religiosi. Un “digital divide” di genere? O semplicemente legato a una diversa tipologia di servizio svolto? Un dato che dovrà essere necessariamente approfondito.
Emergono anche differenze tra nord e sud del Paese: è il sud in questo caso che appare come l’universo maggiormente digitalizzato rispetto ad un nord che invece sembra essere meno incline all’uso dei media sociali e partecipativi.
Sono questi alcuni primi dati di una ricerca che mette in luce un mondo estremamente attivo e dinamico. Dati che suggeriscono alcune domande: perché i seminaristi fanno ricorso massiccio a Facebook? E i sacerdoti usano Facebook per la pastorale? In che modo? Quali peculiarità di utilizzo da parte dei religiosi? Nelle fasi successive della ricerca si cercherà di fornire risposte a questi interrogativi attraverso l’analisi e l’interpretazione di questi dati e un approfondimento qualitativo che si baserà sulla social network analysis e sullo studio semiotico e comunicativo dei singoli profili.