Meno quindici per cento in dieci anni. E nel prossimo anno altri dieci in meno. È il calo di ascolti subito dalle tv generaliste. La causa? La crescita dell’offerta del satellite e del digitale terrestre. Sono i dati proposti ieri da Marco Paolini, direttore Marketing Strategico Mediaset in un incontro sul futuro della tv promosso dalla rete del biscione. Nel 2000 le sei reti generaliste avevano raggiunto il picco del 90.7% di share. Poi un calo costante fino al 75.3% del 2010 (dati di giugno), con un salto di cinque punti negli ultimi due anni. Mentre la curva della quota di ascolti composta dall’offerta di La7, satellite (Sky e libero) e dtt segue un andamento speculare e opposto. «Il passaggio al digitale terrestre è destinato a cambiare in modo definitivo il panorama televisivo – ha detto Paolini – con effetti già dal prossimo settembre sui palinsesti ». Nel prossimo autunno si compirà lo switch off di molte regioni. Il 70% delle tv italiane saranno interamente sintonizzate sul digitale e nelle case degli italiani entreranno 42 canali televisivi. Un’offerta più ampia a cui seguirà una parcellizzazione del pubblico. «Le nostre proiezioni ci dicono che, se le cose non avranno mutamenti imprevedibili, nel 2011-2012, quando il 94% delle famiglie avrà accesso all’intera offerta del digitale, la tv generalista avrà una quota di ascolti pari al 71.2%, contro il 76.2% attuale del 'regime misto' analogico-digitale». Ma il confronto con il trend delle regioni ( Val d’Aosta, Trentino Alto Adige e Sardegna) che già hanno adottato il digitale integrale può suggerire panorami più drastici: qui nell’ultimo anno l’offerta multichannel è cresciuta del 10% mentre la generalista è calata del 9,2%. Crescerà anche la pay tv (Sky e Mediaset) con un’oscillazione tra 8,5 e 11,5 milioni di famiglie abbonate.
«La tv generalista italiana si assesterà sui livelli europei, dove ha in media il 70% di ascolti, indipendentemente dalla quantità dei canali. L’offerta varierà in funzione della piattaforma: film, sport e programmi per bambini andranno sulla pay tv mentre fiction e intrattenimento saranno i punti di forza della generalista».
In questo contesto sarà abituale avere share dell’1% per i canali tematici. «Si tratterà comunque di successo se il target del pubblico sarà conforme alle esigenze degli inserzionisti» ha detto Massimo Donelli, direttore di Canale 5. «Per questo non consideriamo più sensato leggere i dati auditel globali ma quelli filtrati per tipologie di consumatori. D’altronde il nostro lavoro è vendere audience pregiata agli investitori pubblicitari».