UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Col digitale la TV generalista rischia il crollo

Entro l'anno il 70% degli italiani vedrà decine di reti. I "vecchi" canali Rai e Mediaset potrebbero perdere ancora il 10% del pubblico, dopo aver già perso il 15% negli ultimi dieci anni (il 5% solo negli ultimi due).
8 Luglio 2010
Meno quindici per cento in dieci anni. E nel prossimo anno altri dieci in meno. È il calo di ascol­ti subito dalle tv generaliste. La causa? La crescita dell’offerta del satellite e del digi­tale terrestre. Sono i dati proposti ieri da Marco Paolini, direttore Marketing Stra­tegico Mediaset in un incontro sul futuro della tv promosso dalla rete del biscione. Nel 2000 le sei reti generaliste avevano raggiunto il picco del 90.7% di share. Poi un calo costante fino al 75.3% del 2010 (dati di giugno), con un salto di cinque punti negli ultimi due anni. Mentre la cur­va della quota di ascolti composta dal­­l’offerta di La7, satellite (Sky e libero) e dtt segue un andamento speculare e opposto. «Il passaggio al digitale terrestre è desti­nato a cambiare in modo definitivo il pa­norama televisivo – ha detto Paolini – con effetti già dal prossimo settembre sui pa­linsesti ». Nel prossimo autunno si com­pirà lo switch off di molte regioni. Il 70% delle tv italiane saranno interamente sin­tonizzate sul digitale e nelle case degli i­taliani entreranno 42 canali televisivi. Un’offerta più ampia a cui seguirà una parcellizzazione del pubblico. «Le nostre proiezioni ci dicono che, se le cose non a­vranno mutamenti imprevedibili, nel 2011-2012, quando il 94% delle famiglie a­vrà accesso all’intera offerta del digitale, la tv generalista avrà una quota di ascolti pari al 71.2%, contro il 76.2% attuale del 'regime misto' analogico-digitale». Ma il confronto con il trend delle regioni ( Val d’Aosta, Trentino Alto Adige e Sardegna) che già hanno adottato il digitale integra­le può suggerire panorami più drastici: qui nell’ultimo anno l’offerta multichan­nel è cresciuta del 10% mentre la genera­lista è calata del 9,2%. Crescerà anche la pay tv (Sky e Mediaset) con un’oscillazio­ne tra 8,5 e 11,5 milioni di famiglie abbo­nate.
«La tv generalista italiana si as­sesterà sui livelli europei, dove ha in media il 70% di ascolti, in­dipendentemente dalla quantità dei canali. L’offerta varierà in funzione della piattaforma: film, sport e programmi per bambini andranno sulla pay tv mentre fic­tion e intrattenimento saranno i punti di forza della generalista».
In questo contesto sarà abituale avere sha­re dell’1% per i canali tematici. «Si trat­terà comunque di successo se il target del pubblico sarà conforme alle esigenze de­gli inserzionisti» ha detto Massimo Do­nelli, direttore di Canale 5. «Per questo non consideriamo più sensato leggere i dati auditel globali ma quelli filtrati per ti­pologie di consumatori. D’altronde il no­stro lavoro è vendere audience pregiata agli investitori pubblicitari».