«In un mondo globalizzato in cui nuove culture, nuovi linguaggio e simboli nascono costatemente ed in cui ci troviamo di fronte a un nuovo immaginario comune, i comunicatori cattolici sono sfidati a presentare la visione di vita, la verità e la bellezza del Vangelo riuscendo a toccare menti e cuori». Lo scrive papa Francesco nel messaggio inviato a Signis, l’organizzazione mondiale dei comunicatori cattolici, per il Congresso 2014 che si tiene a Roma dal 25 febbraio al 1° marzo. Il Papa esprime inoltre la fiducia che «questi giorni di dibattito serviranno a incoraggiare e ispirare sempre di più» la ricerca di una comunicazione rispettosa della verità dell’uomo creato ad immagine di Dio. Al Congresso partecipano oltre 300 delegati provenienti da 80 paesi, per riflettere sul tema «I media per una cultura della pace: creare immagini per le nuove generazioni». Ad aprire i lavori il 25 febbraio è monsignor Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali. «La rivoluzione in corso nei media rappresenta una sfida eccitante – ha spiegato Celli –. Il Papa ci chiede di affrontarla con passione e professionalità». La relazione di base del Congresso è stata affidata al gesuita Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà Cattolica.
Il presidente di Signis, l’indiano Augustine Loorthusamy, ha notato che «ogni Congresso ci ricorda la ricchezza costituita dalle nostre diverse provenienze». Durante i lavori verranno premiati il gesuita Gaston Roberge, fondatore della «media education» in India nel 1973 e mons. Roland Abou Jaoude, iniziatore del Centro per la comunicazione cattolica in Libano nel 1977.