UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Con la gente, tra carta e web

"Giornali che danno vo­ce alle periferie geografiche ed esisten­ziali, a quella parte di Paese che non e­merge, non fa rumore, ma è reale". Così Francesco Zanotti definisce le 187 testate della FISC, che dal 3 al 5 aprile si ritroverà a convegno sul tema "Europa e confini".
11 Febbraio 2014

È un’eredità che ha valore. Im­portante per tante comunità locali. Anzi, spesso attorno a esse si costruiscono ponti, relazioni, amicizie e si concretizzano progetti di so­lidarietà. Sono vere e proprie piazze, luo­ghi di incontro, di carta e digitali, nei quali si realizza un dialogo franco e schietto. Stiamo parlando delle 187 te­state cattoliche oggi operanti in gran par­te delle diocesi italiane. Questi «fogli» hanno alle spalle lunghe e gloriose storie.
Nel 2014 si contano, tra i tanti, 110 anni di vita dell’Araldo abruzzese di Teramo, 90 di Luce e vita di Molfetta, 50 di Voce I­sontina di Gorizia, 135 della Voce ales­sandrina e 25 anni da quotidiano del Cit­tadino di Lodi, un tempo settimanale. O­gni volta si tratta di anniversari impor­tanti che offrono l’occasione per una ri­flessione sul ruolo e la vocazione di que­sti strumenti chiamati oggi a confrontar­si con la Rete.
Da sempre la «Tradizione» nella Chiesa ha un significato profondo, con la «T» maiu­scola, appunto. Non si tratta di fare un esercizio di mera memoria, ma di prende­re coscienza delle proprie radici, di quel­l’origine da cui deriva una presenza. Vie­ne ribadito molto di frequente: per sapere dove andare occorre conoscere da dove si viene. Ciò vale anche per chi in questi tem­pi così travagliati e innovativi gioca la pro­pria responsabilità alla guida dei giornali diocesani, mezzi di informazione genera­le a diffusione locale. La modernità pone interrogativi, inutile nasconderselo. L’avvento di Internet ha sconvolto il mondo dei media: inquieta i sonni di chi vi opera. Nessuno ancora sa co­me sarà il futuro della comunicazione so­ciale. Le nuove tecnologie non si possono sottovalutare. Anzi, i nuovi ambienti, per­ché di ambienti si tratta e ormai il dato è acquisito, vanno abitati e frequentati. Le relazioni che si intrecciano sono tangibili, anche se i luoghi sono digitali, non virtua­li come si diceva fino a qualche tempo fa. Le modalità cambiano, senza dubbio, ma non muta lo stile di stare tra la gente. An­zi, proprio questo rende i tanti settima­nali cattolici presenti in Italia un unicum nel loro genere. Giornali che si fanno compagni di viaggio, che curano le feri­te e scaldano i cuori seguendo l’invito di Papa Francesco. Giornali che danno vo­ce alle periferie geografiche ed esisten­ziali, a quella parte di Paese che non e­merge, non fa rumore, ma è reale. Gior­nali che hanno pensieri e idee, si met­tono in ascolto e in dialogo con il terri­torio per favorire «un’autentica cultura dell’incontro», come auspicato dal Pon­tefice nel Messaggio per la 48ª Giorna­ta delle comunicazioni sociali. Giorna­li capaci di mettersi in gioco, di parlare del bello, del buono e del vero, con un linguaggio popolare, moderno, al pas­so coi tempi, senza prediche, senza dik­tat, senza moralismi. Si tratta, per noi che vi operiamo, di una sfi­da sempre nuova e appassionante che o­ra si gioca anche online. Occorrono ener­gie rinnovate per affrontare la realtà che ci vede ogni giorno impegnati nell’agorà del­l’informazione. Un impegno da vivere non «come un obbligo, o un peso che ci esau­risce, ma come una scelta personale che ci riempie di gioia» e dà senso autentico ai no­stri giorni e alla nostra professione.

Francesco Zanotti
Presidente della FISC

"Europa e confini"
Sarà Gorizia a ospitare dal 3 al 5 aprile il convegno na­zionale della Federazione i­taliana settimanali cattolici (Fisc). Sul tema «Europa e confini» direttori e giornali­sti della stampa diocesana si confronteranno proprio su una delle frontiere più complicate d’Europa, una terra (e una diocesi) che è ancora cerniera tra popoli, etnìe, culture e lingue. I 50 anni del settimanale della diocesi «Voce isontina» of­frono lo spunto per tre gior­ni di dibattito sul cattolice­simo sociale, il ruolo del continente europeo e il gior­nalismo cattolico. Sono in programma anche visite e celebrazioni in Slovenia e ad Aquileia, oltre alla con­segna del Premio Fallani. Ad aprire il meeting Fisc sarà il vescovo ausiliare di Sarajevo, monsignor Pero Sudar, su «Bosnia ed Erze­govina: cuore dei Balcani e carta di tornasole dell’Eu­ropa ». Tra i protagonisti del convegno anche l’arcive­scovo metropolita di Gori­zia, monsignor Carlo Re­daelli, che celebrerà la Mes­sa nella giornata centrale.