La basilica delle basiliche. Cinque puntate per conoscere la storia e i tesori d’arte della chiesa che rappresenta il simbolo della cristianità nel mondo. Un viaggio inedito all’interno di San Pietro in Vaticano, trasmesso a partire da venerdì 22 febbraio su Tv2000 alle 22, in cui il direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci, accompagnerà le immagini in alta definizione con un vero e proprio itinerario artistico e storico. Scorci suggestivi delle grotte vaticane, che custodiscono il sepolcro dell’apostolo Pietro, passando per l’imponente baldacchino del Bernini e la Cattedra, fino in alto ad ammirare la cupola di Michelangelo con i suoi mosaici. Poi ancora i resti dell’antica basilica costantiniana, su cui Giulio II nel 1506 avvio la costruzione della nuova cattedrale, e le opere scultoree che ne hanno fatto grande il nome, a partire dalla Pietà. Senza dimenticare i preziosi manufatti nel museo del tesoro di San Pietro. Luoghi simbolo, ma anche angoli splendidi spesso sconosciuti al grande pubblico.Tutto troverà spazio nel documentario che, non a caso, andrà in onda proprio nel giorno in cui si celebra la festa della Cattedra di Pietro. La basilica sorge tra il colle Gianicolo e il colle Vaticano, «dove si sente la rassicurante risposta di Cristo», dice il cardinale Angelo Comastri, vicario generale di Sua Santità, qui dove c’è «la pietra su cui Lui volle edificare la Sua chiesa». Gli occhi del mondo saranno puntati nei prossimi giorni proprio su questo luogo, ma precisa il direttore della Tv dei vescovi, Dino Boffo, «con tale opera importante, la basilica di San Pietro si arricchirà di immagini e conoscenze a suo modo uniche». Un contributo che, aggiunge, «in un momento particolare per la nostra fede vogliamo dedicare a Benedetto XVI, per ricambiare il suo affetto con un piccolissimo gesto». La chiesa con il «miracolo» della Pietà e le «ombre colorate» del Guercino, però è solo la punta del patrimonio meraviglioso nostrano. Per il 'cicerone' che guiderà i telespettatori nella storia della basilica petrina, Antonio Paolucci, in Italia infatti «il museo è ubiquo, ossia dappertutto, e pervasivo, cioè fa parte del tessuto della nostra vita».
