“Non abbiate timore di farvi cittadini dell’ambiente digitale”. Nel messaggio per la 48esima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, “Papa Francesco ci interpella e ci chiede di farci testimoni della cultura dell’incontro”. Allora possiamo introdurre “una parola: coraggio. Coraggio nella denuncia per noi operatori dell’informazione. Non saremo qui a piangere la morte di Aurora, la ragazza di Venaria, vittima del cyberbullismo, se avessimo avuto il coraggio di denunciare quanto stava accadendo”. Ma, osserva
Clara Iatosti, giornalista di Tv2000, nella video-intervista che il Copercom pubblica nel
Mediacenter del sito e su
YouTube, “ci deve essere anche qualcosa in più, quella solidarietà nel racconto” che costituisce la “seconda parola chiave” del messaggio. “Ricordiamo, ad esempio, quel video che circola su internet a proposito di una bambina inglese che spegne le candeline per il suo compleanno e poi si ritrova coinvolta in una guerra. Ci riporta al dramma dei bambini siriani dei quali ci siamo dimenticati e lo slogan dice proprio questo: il fatto che non stia accadendo qui da noi, non è detto che non stia accadendo altrove”. Il Papa, aggiunge Iatosti, invita a “testimoniare una Chiesa che sia casa per tutti”. Ecco allora “un’altra delle parole che ci accompagnano nel nostro lavoro di comunicatori: empatia, la capacità di farci vicini, prossimi”.