UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

La carezza del perdono

“Com’è bella la pietra e com’è dolce nelle mani dell’architetto”, sussurra il protagonista nascosto de “L’annuncio a Maria”, capolavoro del grande scrittore francese Paul Claudel. Inizia con un dramma ambientato nel Medioevo il nostro viaggio tra le opere della grande letteratura mondiale.
12 Febbraio 2016

Tornato di recente sulle scene italiane, L’annuncio a Maria è considerato il capolavoro drammaturgico di Paul Claudel (1868-1955), il grande scrittore francese la cui esistenza fu profondamente trasformata dalla conversione al cattolicesimo, avvenuta nel 1886, durante il canto del Magnificat nella cattedrale parigina di Notre Dame. E una cattedrale, non a caso, sta sullo sfondo in questo suo dramma del 1912, ambientato in un Medioevo di maniera eppure documentato e credibile. È l’edificio al quale lavora Pierre de Craon, maestro costruttore al quale è affidato il compito di riconoscere il posto che spetta ad ogni pietra nell’ordine terrestre del tempio, rispecchiamento dell’ordine celeste del Paradiso. Ma Pierre è un uomo ed essendo un uomo è per sua natura peccatore. Ospite dell’agiata famiglia dei Vercors, è stato travolto dalla passione per una delle ragazze di casa, la bella Violaine. Nella sua purezza, la giovane è disposta a perdonare la tentata violenza di cui nessun altro è al corrente e suggella la riconciliazione con un bacio che si rivelerà fatale. Questa prima manifestazione della misericordia coincide con la trasmissione della lebbra da Pierre – rimasto contagiato in precedenza – a Violaine, che prende volontariamente la via dell’esilio. Il suo promesso sposo, Jacques Hury, sposa la sorella della fuggiasca, Mara, mentre il padre, Anne Vercors, parte in pellegrinaggio verso Gerusalemme. Il dramma tocca l’apice nella notte di Natale, quando Mara raggiunge il romitaggio in cui si trova Violaine per ottenere il più incredibile dei miracoli: la bambina nata dal matrimonio con Jacques è morta, la madre chiede che l’intercessione della santa lebbrosa la riporti in vita. Nonostante Violaine ripeta di non essere santa, il prodigio si verifica ugualmente, ma le conseguenze sono imprevedibili. Se nel rapporto fra Pierre e Violaine il contagio non è stato ostacolo al dispiegarsi della misericordia, adesso Mara sembra non accettare il dono che le è stato elargito. È come se quella guarigione avesse esacerbato il risentimento verso Violaine, che qualche tempo dopo viene trovata morente da Pierre de Craon, che riappare dopo essere stato a sua volta risanato. La trappola in cui la ragazza è caduta è stata predisposta dalla stessa Mara, irriducibile nel suo odio verso la sorella, Neppure questo tradimento, però, spegne del tutto la traccia luminosa dell’amore cristiano: affinata dal dolore, Violaine è diventata la gemma che Pierre cercava per compiere la guglia della sua cattedrale. «Com’è bella la pietra e com’è dolce nelle mani dell’architetto!», mormora il costruttore, che dell’Annuncio a Maria è il protagonista nascosto. Immagine e strumento della grazia divina, Violaine rende possibile il manifestarsi della misericordia spogliandosi sempre più di se stessa, fino a diventare come trasparente agli occhi degli uomini. Tutto il resto, tutto il tumulto della storia che accompagna da lontano la vicenda (Claudel allude in particolare alle imprese di Giovanna d’Arco), è destinato a svanire. Alla fine resta solo il perdono, carezza della misericordia.

L’annuncio a Maria di Paul Claudel è edito in Italia da Rizzoli

Alessandro Zaccuri