UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Medium e messaggio di comunicazione autentica

Con la misericordia, la comunicazione “si arricchisce di una dimensione nuova: il movimento verticale del chinarsi di Dio, che trasforma una lontananza radicale in prossimità”. Lo sottolinea la sociologa Chiara Giaccardi che approfondisce implicazioni e prospettive di questa “icona rivoluzionaria”.
26 Febbraio 2016

Il messaggio per la 50esima giornata delle comunicazioni sociali è parte di una trilogia che va letta nel suo insieme, oltre che dentro la cornice dell'anno giubilare.
Il nesso tra comunicazione e Misericordia era già nell'icona del samaritano: se ci lasciamo toccare il cuore non possiamo non metterci in movimento, farci moltiplicatori di prossimità. Ma l'iniziativa viene dall'appello dell'altro e non dal nostro essere 'buoni'. È sempre Dio che ci primerea. La misericordia non è un 'dover essere', ma un 'volere bene' che ci afferra e ci porta dove non sapremmo andare con le nostre forze.
Il messaggio dello scorso anno, con l'icona della visitazione, ha messo in luce altri aspetti: prendere l'iniziativa per condividere una buona notizia, comunicare con tutto il corpo, ma soprattutto sapere che la comunicazione è possibile perché siamo già 'relazione' prima ancora che 'individui'. Per questo il grembo materno è la prima scuola di comunicazione, e la famiglia la seconda.
Il messaggio di quest'anno va compreso sullo sfondo di una verità che sta molto a cuore a Papa Francesco e che è insieme ontologica, antropologica, teologica. O, per dirlo con una parola sola, 'mistica': 'tutto è connesso' (Laudato Si 16).
È la Misericordia di Dio, il suo chinarsi su di noi, che tiene insieme il mondo. Senza questo amore che perdona all'infinito, il mondo non esisterebbe. E l'amore, si legge nel messaggio, per sua natura è comunicazione. Contagia, mette in moto processi, attiva risorse ed energie. Ma possiamo essere misericordiosi solo perché siamo 'misericordiati'.
Con la misericordia la comunicazione-riduzione di distanze sul piano orizzontale si arricchisce di una dimensione nuova: il movimento verticale del chinarsi di Dio, che trasforma una lontananza radicale in prossimità. Icona rivoluzionaria in un tempo in cui si ritiene che ogni asimmetria sia premessa di dominio, e che l'unica alternativa sia l'equivalenza che cancella ogni differenza. Papa Francesco dice cosa ben diversa: l'alterativa al dominio è la misericordia, dove il più grande si mette al sevizio del più piccolo.
Misericordia è una risposta molto precisa alle sfide antropologiche del nostro tempo. Per questo non può essere accusata di 'buonismo': 'ingiustificatamente idealistica o eccessivamente indulgente'. Da una parte perché è esigente; dall'altra perché non è fuga, ma porta di accesso privilegiata alla carne della realtà. Conoscere prendendosi cura è prospettiva che consente una comprensione profonda, concreta, capace di suggerire vie di azione insieme rispettose ed efficaci.
Altre tre brevi sottolineature.
La Misericordia è l'amore di Dio per l'essere umano tutto intero, che ridà dignità a tutte le sue dimensioni. Il suo linguaggio è quello caldo della tenerezza.
Per questo la comunicazione è sempre integrale: non solo trasmissione di pensiero, ma linguaggio del 'corpo vivente', immerso in una rete di affetti, rivolto a ciascuno nella sua unicità: il contrario della comunicazione spersonalizzata e spersonalizzante.
Un secondo aspetto importante: raccontare nella prossimità stimola una 'audacia positiva e creativa'. Invece, la cattiva informazione 'alimenta le fiamme della sfiducia e dell'odio', crea divisione, contrapposizione. Scavando fossati e trincee, tradisce il mandato del comunicare: far crescere la comunione.
Infine, ogni residuo di 'dualismo digitale' è spazzato via, dato che 'Anche e-mail, sms, reti sociali, chat possono essere forme di comunicazione pienamente umane. Non è la tecnologia che determina se la comunicazione è autentica o meno, ma il cuore dell’uomo'. La Misericordia assume una valenza che è anche politica e contribuisce a 'una vera cittadinanza anche in rete'.

Chiara Giaccardi
*docente di sociologia e antropologia dei media all'Università cattolica del Sacro Cuore di Milano