C’è una sfida aperta, in questo tempo schiacciato tra rimozione dei simboli, cultura woke, vecchie e nuove ideologie: come dire l’inaspettato, ovvero un Dio che continua a venire nella storia dell'umanità? Lo si può fare mettendosi in gioco con creatività, percorrendo i sentieri della sobrietà, della competenza e, soprattutto, della formazione. Oggi, ha ricordato Leone XIV agli operatori della comunicazione lo scorso 12 maggio, è necessario “promuovere una comunicazione capace di farci uscire dalla ‘torre di Babele’ in cui talvolta ci troviamo, dalla confusione di linguaggi senza amore, spesso ideologici o faziosi”. La chiamata diventa impegno a essere presenti in tutti gli ambienti, anche digitali, e ad abitarli con responsabilità, perché la credibilità fa sempre rima con l'autenticità. Rinnovamento dei linguaggi non è rimozione del passato o di quanto acquisito nel tempo, ma conversione del cuore e della mente. Una comunicazione rinnovata ha fondamenta salde, non transitorie. Il cammino riparte da qui.
Vincenzo