UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Da Frosinone un decalogo per i social

Bisogna imparare a essere buoni cristiani e a non offendere anche sui social. Questo l’obiettivo principale del Decalogo, che il vescovo, mons. Ambrogio Spreafico, e la diocesi vogliono offrire a tutti.
14 Gennaio 2020

“Le persone che ‘incontri’ sui social sono reali. Sono, come te, persone che gioiscono, soffrono, amano… Vanno sempre rispettate!”: recita così il primo punto del Decalogo sui social ideato dalla diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino e presentato alla stampa nei giorni scorsi.

Il Decalogo prosegue soffermandosi sul senso e l’importanza delle parole, che vanno pensate bene considerando l’impronta che lasciano sulla rete; sulla sacralità della persona, che non va identificata con le sue opinioni; sul valore della riservatezza e la necessità di ponderare like e condivisioni verificando prima le notizie; sul necessario distinguo tra vita e amicizie on line e vita e relazioni reali. Rispetto all’odio, infine, il Decalogo sottolinea: “Gli insulti non sono argomenti e i like agli insulti sono… insulti”. “Non si tratta di demonizzare i social ma di darci delle regole”, ha spiegato Pietro Alviti, presidente diocesano dell’Azione cattolica di Frosinone e membro dell’équipe che ha messo a punto il Decalogo. “Bisogna imparare a essere buoni cristiani e a non offendere anche sui social. Questo l’obiettivo principale del Decalogo, che il vescovo, mons. Ambrogio Spreafico, e la diocesi vogliono offrire a tutti”, ha aggiunto. La raccolta di indicazioni sullo stile da tenere nelle piattaforme virtuali elaborata dalla diocesi della Ciociaria è frutto di una riflessione sollecitata nei mesi scorsi da mons. Spreafico, che in diversi interventi ha invitato a esprimersi in maniera pacifica sui social e ha definito i “mi piace” a post violenti e che incitano all’odio come “un peccato da confessare” per i cristiani.