UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Dalla Spagna sugli altari il primo giornalista laico

Una figura «di grande attua­lità », un «testimone» della possibilità di coniugare vita professionale e Vangelo, sofferenza e Vangelo: è Manuel Lozano Gar­rido, soprannominato «Lolo», il pri­mo giornalista laico ad essere pro­clamato beato. Succederà sabato 12 giugno a Linares, in Spagna.
9 Giugno 2010
Una figura «di grande attua­lità », un «testimone» della possibilità di coniugare vita professionale e Vangelo, sofferenza e Vangelo. Così monsignor Claudio Maria Celli, presidente del Pontifi­cio Consiglio delle comunicazioni sociali, ha presentato a Roma, nel­la sede della Radio vaticana, la figu­ra e l’opera di Manuel Lozano Gar­rido, soprannominato «Lolo», il pri­mo giornalista laico ad essere pro­clamato beato. Succederà sabato 12 giugno a Linares, in Spagna. In un contesto sociale e culturale come quello odierno, in cui vediamo «che le comunicazioni aprono infinite possibilità di azione» ed allo stesso tempo il loro utilizzo pone «inediti problemi etici», il prossimo beato «ha qualcosa da dire» non solo a tut­ti coloro che svolgono la sua stessa professione ma a quanti «nella Chiesa e fuori» cercano una «guida» ideale per operare «a servizio del be­ne comune». Così monsignor Celli ha sintetizzato alcuni aspetti salienti di un personaggio ecclesiale parti­colare, autore tra l’altro di un «de­calogo del giornalista». Padre Rafael Higueras, postulatore della causa di beatificazione, dal canto suo si è detto «ispirato» dal «coraggio» e dal­la «fermezza cristiana» che questo laico ha saputo trovare nel Vangelo ed infondere alle persone attorno a lui nella sua travagliata ed allo stes­so tempo laboriosa vita. In antepri­ma nel corso della conferenza stam­pa è stato proiettato un estratto del film «Lolo, sembrador de alegría» («Lolo, seminatore di gioia»), pro­dotto dalla fondazione «Euk-Ma­mie ». Il primo giornalista laico sarà bea­tificato il 12 giugno nella città nata­le di Linares, nella provincia di Jaén (Spagna). Manuel Lozano nacque il 9 agosto 1920 e morì nella stessa città di Linares il 3 novembre 1971. Faceva parte dell’Azione Cattolica e quando era ancora adolescente di­stribuiva la comunione alle perso­ne in carcere durante la persecu­zione reli­giosa in Spagna, in piena Guer­ra Civile. E­gli stesso venne arre­stato per questa ope­ra. Nel 1942, ad appena 22 anni, iniziò a soffrire di una malattia che in appena un anno lo avrebbe portato all’invali­dità totale. Ciò non gli impedì di proseguire ed anzi approfondire il lavoro da giornalista che aveva ap­pena cominciato. Collaborò per­tanto con il quotidiano «Ya», le rivi­ste «Telva» e «Vida Nueva» e l’agen­zia «Prensa Asociada»; pubblicò i­noltre nove libri su temi etici e spi­rituali. Dalla scarsa mobilità della sedia a rotelle e poi dall’immobilità del letto, riuscì tuttavia a trovare la forza di fondare nel 1956 una ope­ra pia chiamata «Sinai, un gruppo di preghiera per la stampa». Insieme ad altri dodici infermi e poi altri an­cora fino ad arrivare al numero di 300, fece nascere un gruppo soste­nitore per la rivista mensile. Nono­stante le crescenti limitazioni della malattia che gli impedirono di scri­vere costringendolo a dettare gli ar­ticoli e a registrarli, ricevette im­portanti riconoscimenti professio­nali, come il «Premio Bravo». Il po­stulatore ha spiegato che «Lolo» e­ra un autentico mistico. «Solo da un uomo che vive in Dio e di Dio pos­sono uscire quelle preziose righe di giovane appassionato e di ardente scrittore mosso dalla fede e dal Van­gelo di Gesù».