Due verbi risaltano nel dizionario di quanti si occupano di comunicazione: dare e fare. Forse, in alcuni casi, verrebbe da pensare con un margine di incertezza: dovrebbero risaltare... Eppure, ragionando in positivo, questa eventualità diventa appello alla coscienza del proprio agire. Le due voci, infatti, vanno legate alle coordinate in cui si sviluppa il nostro abitare, ovvero lo spazio e il tempo. La coniugazione è molto semplice: dare spazio e tempo; fare spazio e tempo. In questo senso, l’importanza del doppio registro si misura con la capacità di vivere la comunicazione. Emerge la dimensione relazionale. Dare spazio e tempo significa accogliere l’altra persona, lasciarsi attraversare dal suo vissuto, dividere insieme un tratto di strada. Allo stesso tempo, fare spazio e tempo esprime l’intenzionalità e la volontà, insieme alla fatica di cedere un pezzo di sé a chi si incontra, che poi è sempre un arricchimento. In questo processo non bisogna dimenticare il valore del silenzio. Esso non è vuoto, ma pieno di ascolto e rispetto, un elemento essenziale che permette alle parole di risuonare e ai significati di sedimentare. Tornano alla mente le parole di Ryszard Kapuściński: “È sbagliato scrivere di qualcuno senza averne condiviso almeno un po' la vita”. È la sfida da affrontare in un contesto sempre più tecnologico per continuare a dare sapore alla comunicazione personale e comunitaria. Coniugare il dare e il fare è responsabilità di tutti!
Vincenzo