UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Dentro le domande, in buona compagnia

Avvenire, il quotidiano dei cattolici italiani, si offre come compagno di strada per la sua capacità di leggere i fatti quotidiani alla luce del Vangelo, soprattutto di fronte alle grandi questioni etiche e sociali affrontate dall’«altra» stampa spesso secondo schemi preconfezionati.
11 Settembre 2012
«Nella società attuale viviamo una situazione per certi versi precaria, caratterizzata dall’insicurezza e dalla frammentarietà delle scelte. Perché mancano spesso validi punti di riferimento». Era lo scorso maggio quando Benedetto XVI invitava a costruire l’«edificio della vita» su fondamenta solide. A contribuire a creare disorientamenti ci sono anche le molte voci (spesso monocorde) dei media che entrano in casa con la loro forza dirompente e ambiscono a dettare agenda e pensiero.
«Dove andare quando si è in mezzo alle onde del mare dell’informazione a getto continuo?». Una domanda che rimbalza in famiglia, in parrocchia, fra i gruppi, le associazioni e i movimenti ecclesiali. Interprete delle attese di chi cerca un’àncora informativa e formativa è Avvenire che, come ricorda il direttorio della Cei «Comunicazione e missione», è un «irrinunciabile punto di riferimento». Sia per la sua capacità di leggere i fatti quotidiani alla luce del Vangelo, sia per la riflessione che propone sul versante culturale.
Due caratteristiche che si impongono soprattutto di fronte all’emergere delle grandi questioni etiche e sociali affrontate dall’«altra» stampa spesso secondo schemi preconfezionali o capziose interpretazioni. Basta sfogliare i giornali degli ultimi giorni per rendersene conto. Tre esempi: la scomparsa dell’arcivescovo emerito di Milano, cardinale Carlo Maria Martini, trasformata dai media in un gagliardetto da affiggere nella bacheca della «dolce morte»; il caso del film di Marco Bellocchio «Bella addormentata» su Eluana Englaro che «c’è ma non c’è» presentato al Festival di Venezia; e la sentenza della Corte europea per i diritti dell’uomo che interviene a gamba tesa sulla Legge 40. Su questi temi – così come su molti altri: uno per tutti, il racconto della vita ecclesiale talvolta mediaticamente ridotto a frasi a effetto o a dietrologia – serve rendere «ragione della nostra speranza», direbbe Pietro nella sua prima Lettera. E in aiuto arriva il quotidiano dei cattolici italiani che si offre come compagno di strada, in famiglia e in parrocchia. Fra le mura domestiche è voce che parla a tutti: ai genitori con le pagine del quotidiano, ma anche con il mensile Noi genitori & figli; ai figli con l’inserto di Popotus per i più piccoli o la pagina dei giovani (che riprende da domani). E nelle parrocchie si più attingere da Avvenire a piene mani: per la catechesi, negli incontri di approfondimento, per le iniziative di carità e di testimonianza. In tempi di confusione e informazione non sempre affidabile, alla ripresa delle attività in tutti gli ambiti della società e della Chiesa Avvenire diventa una volta in più – e con sempre nuove ragioni – una lettura utile (quando non indispensabile) per genitori, sacerdoti, catechiste, insegnanti di religione, persone attive in parrocchia, membri di consigli pastorali, laici cattolici impegnati in politica, nel volontariato, nell’associazionismo... Per tutti c’è una proposta, una via di accesso per imparare a conoscersi, un modo per iniziare a frequentarsi. Così sono nate amicizie e relazioni consolidate, iniziative per usare e far conoscere il giornale come strumento per un’intelligenza della fede all’altezza delle sfide che il mondo ci propone quotidianamente. Chi volesse ricevere informazioni su promozioni o abbonamenti anche saggio scriva a portaparola@avvenire.it.