UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Disagio sociale e povertà.

“E’ giusto e necessario documentare situazioni di disagio sociale e povertà, ma questo non deve far dimenticare ai media che la dignità della persona deve essere sempre e comunque tutelata”. L’Autorità Garante per la privacy invita le televisioni e i giornali “ad adottare tutte le cautele possibili affinché, nei servizi giornalistici dedicati al tema del disagio sociale e della povertà, non vengano rese riconoscibili le persone oggetto dei servizi, a meno che non vi sia un loro esplicito consenso”.
7 Marzo 2008

“E’ giusto e necessario documentare situazioni di disagio sociale e povertà, ma questo non deve far dimenticare ai media che la dignità della persona deve essere sempre e comunque tutelata”. L’Autorità Garante per la privacy invita le televisioni e i giornali “ad adottare tutte le cautele possibili affinché, nei servizi giornalistici dedicati al tema del disagio sociale e della povertà, non vengano rese riconoscibili le persone oggetto dei servizi, a meno che non vi sia un loro esplicito consenso”.

Queste persone, si fa notare infatti in un comunicato, “vengono spesso ritratte mentre frugano nei cassonetti o in situazioni che rivelano comunque uno stato di indigenza e sofferenza sociale”. Poiché dietro queste realtà “ci sono problemi economici, sociali, affettivi e spesso psichici”, il garante chiede a tutti gli organi di informazione una maggiore attenzione: ad esempio, “evitando di insistere, specie nei servizi televisivi, sul volto delle persone e cercando per quanto possibile di non renderle facilmente identificabili”.

Tutto ciò, partendo dalla consapevolezza che “il sacrosanto dovere di informare, e il diritto dell’opinione pubblica a conoscere ed essere informata su fenomeni di forte impatto sociale, va comunque contemperato con il diritto di ogni individuo a non vedersi esposto in momenti di difficoltà con immagini che possono ledere la sua dignità”.