UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

“E' la verità il faro dell'era digitale”

Pubblicato ieri il tema scelto dal Papa per la XLV Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. "Un richiamo a mettere sempre la persona al centro".
30 Settembre 2010
Benedetto XVI l’aveva già sot­tolineato nell’enciclica «Ca­ritas in veritate», nel mes­saggio per la Giornata mondiale del­le comunicazioni sociali del 2010 e nel discorso tenuto il 24 aprile scor­so davanti agli ottomila del conve­gno «Testimoni digitali»: la digitaliz­zazione non riguarda più solo sin­goli mezzi, i nuovi media o le tecno­logie avanzate ma tutte le dimen­sioni del nostro vivere odierno. Con­statazione alla quale il Papa affian­cava l’invito a offrire «i segni neces­sari per riconoscere il Signore» in questo «tempo digitale». E proprio dalla consapevolezza della totale im­mersione della nostra vita nei mec­canismi legati alla digitalizzazione attinge il tema della 45ª Giornata mondiale della comunicazioni so­ciali, che verrà celebrata domenica 5 giugno 2011: «Verità, annuncio e autenticità di vita nell’era digitale».
L’annuncio è stato dato ieri dalla Sa­la stampa vaticana, che fornisce an­che una chiave di letture del tema scelto dal Papa per la Giornata mon­diale delle comunicazioni sociali 2011. Esso, si legge nel comunicato vaticano, «si caratterizza per porre al centro di tutti i processi della comu­nicazione, la persona umana. Anche in un tempo così largamente domi­nato – e, spesso, condizionato – dal­le nuove tecnologie, resta fonda­mentale il valore della testimonian­za personale: accostarsi alla verità e assumersi l’impegno dell’annuncio richiede, per chi opera nel mondo dell’informazione e particolarmen­te per i giornalisti cattolici, la 'ga­ranzia' di un’autenticità di vita che non può venir meno neppure nel­l’era digitale». Parole che fanno eco a quelle pronunciate dal Papa al con­vegno «Testimoni digitali»: «Più che per le risorse tecniche, pur necessa­rie, vogliamo qualificarci abitando anche questo universo con un cuo­re credente, che contribuisca a dare un’anima all’ininterrotto flusso co­municativo della rete», disse in quel­l’occasione Ratzinger.
D’altra parte, aggiunge il comunica­to pubblicato ieri, «non sono gli stru­menti a poter modificare o ad ac­crescere il livello di credibilità dei sin­goli operatori: né possono mutare i valori di riferimento rispetto a una comunicazione che continua a var­care le soglie di sempre nuovi tra­guardi tecnologici. La verità – nota ancora la Sala stampa vaticana – re­sta l’immutabile faro d’approdo an­che per i new-media e, anzi, l’era di­gitale, allargando i confini del­l’informazione e della conoscenza, può rendere idealmente più vicino ciò che rappresenta il più importan­te degli obiettivi per chiunque ope­ri nel mondo dei media». La verità, quindi, è la priorità per gli operato­ri delle comunicazioni ma non va confusa con la semplice «oggettività» dell’informazione: in senso cristiano, infatti, la verità ha il suo cuore nel principio dell’incarnazione, nel Dio che incontra gli uomini e con essi parla «come ad amici». Per questo, ri­corda Benedetto XVI nell’enciclica «Caritas in veritate», i media posso­no diventare fattori di umanizzazio­ne «non solo quando, grazie allo svi­luppo tecnologico, offrono maggio­ri possibilità di comunicazione e di informazione, ma soprattutto quan­do sono organizzati e orientati alla luce di un’immagine della persona e del bene comune che ne rispetti le valenze universali». Ancora una vol­ta, quindi, la sfida non è solo tecni­ca ma antropologica e culturale.
Saranno questi, quindi, i «binari» sui quali correrà il messaggio per la 45ª Giornata mondiale delle comunica­zioni sociali, che verrà pubblicato, come ogni anno, il prossimo 24 gen­naio, ricorrenza di san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti.