UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Ente dello Spettacolo: “Il fattore umano” online gratis

Ha girato l’Italia dei festival e dei cineforum. Durante il lockdown è stato proposto su TV2000. Ora il documentario sulle imprese di eccellenza italiane, è disponibile gratuitamente online.
22 Ottobre 2020

Ha debuttato alla Festa del Cinema di Roma 2018, ha girato per mesi l’Italia dei festival, dei cineforum, dei circoli promossi dalle associazioni del Terzo Settore. Durante il lockdown è stato proposto su TV2000. Ora Il fattore umano. Lo spirito del lavoro, il documentario del regista milanese Giacomo Gatti sulle imprese di eccellenza italiane, è disponibile gratuitamente online. Nel film, prodotto da Inaz – Osservatorio Imprese Lavoro in collaborazione con Fondazione Ente dello Spettacolo, si racconta un’Italia che quasi mai arriva sul palcoscenico mediatico: un’Italia dove il lavoro non è solo profitto (o peggio, sfruttamento), ma motore di sviluppo, cultura, creatività. Un’Italia fatta di imprese che credono nel futuro, operano con passione, sono attente alle persone e condividono un senso di responsabilità verso la società. Al film è inoltre dedicato l’ultimo volume della Piccola Biblioteca d’Impresa Inaz, che racconta la genesi della produzione, l'esperienza dei protagonisti e, attraverso le recensioni e i commenti del pubblico, l'eco che ha suscitato.

«In questo momento di ripartenza l’esempio delle realtà protagoniste del film indica la strada da seguire: un modo di fare impresa che mette insieme risultati economici e attenzione alle persone, diventando così vero motore di sviluppo, anche sociale. L’uscita del libro dedicato ci è sembrata l’occasione per dare la più ampia diffusione possibile al film, consentendone la visione libera online» spiega Linda Gilli, presidente e amministratore delegato di Inaz. Dalla sua uscita Il fattore umano si è fatto notare grazie alla forza delle sue storie, alla potenza del racconto per immagini curato dal regista Giacomo Gatti, e forse anche grazie al suo messaggio controcorrente: l’impresa non è solo profitto, ma sviluppo, cultura, creatività. «In un’epoca in cui la finanza e le nuove tecnologie sembrano scalzare il fattore umano dal centro dell’economia, la nostra convinzione è che esistano uomini e donne capaci di fare la differenza – afferma Giacomo Gatti regista e autore con Elia Gonella del film – Sono le mani e i cervelli delle imprese italiane e le loro storie meritano di essere raccontate attraverso il linguaggio del cinema».

«Il fattore umano si sostanzia una concezione di impresa dove al centro c’è l’uomo considerato integralmente, nella totalità del suo essere, non solo come forza lavoro da impiegare e rispettare – spiega Mons. Davide Milani, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo –. Questo accade quando il luogo di lavoro diviene autenticamente “impresa”, cioè ciascuno si sente autenticamente coinvolto in un progetto cui tutti si sentono di poter dare il proprio contributo originale. In questo modo di essere impresa, comunità, ciascuno è ascoltato, accolto, valorizzato: e diviene prezioso per tutti. Lo sguardo positivo del regista Gatti sulle storie narrate ci ha colpito e la Fondazione volentieri ha collaborato alla realizzazione e comunicazione di questo film ancora più attuale oggi, in cui si è costretti a fare i conti con il lavoro sempre più individualizzato, da casa, a distanza».

Il film è prodotto da Inaz - Osservatorio Imprese Lavoro in collaborazione con Fondazione Ente dello Spettacolo, Festa del Cinema di Roma e Fondazione del Cinema per Roma, e ha il patrocinio della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro. La pellicola si avvale della consulenza scientifica di Marco Vitale.

Protagoniste una quindicina di imprese italiane di ogni settore, dalla meccanica al tessile, dall’agroalimentare all’editoria, dall’hi-tech per la sanità al mondo delle start-up; tutte realtà che valorizzano il legame fra generazioni, il sostegno ai giovani, il rispetto per l’ambiente, la promozione della cultura. Focus anche sull’esperienza di Don Loffredo, che nel Rione Sanità di Napoli ha dato una risposta ai giovani disoccupati gestendo la riapertura delle Catacombe e attirando centomila visitatori.